Art e Dossier

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Art History: ricerca iconografica

Orfeo ed Euridice

Leggendario poeta della Tracia, abilissimo nel suonare la lira, Orfeo sposò Euridice, una ninfa dei boschi. Ma mentre ella fuggiva da un corteggiatore indesiderato, inavvertitamente pestò un serpente che la morse causandone la morte. Così la vicenda di Orfeo ed Euridice è narrata in un passo delle Metamorfosi di Ovidio (X, 1-10). La rappresentazione iconografica della favola presenta in genere Orfeo piangente accanto al corpo dell’amata mentre, sullo sfondo, alcuni demoni trascinano l’anima di Euridice alle porte dell’Ade. Nella pittura seicentesca sullo sfondo di un paesaggio classico Orfeo, intento a suonare la lira per un gruppo di ascoltatori, non si accorge che poco lontano da lui Euridice è atterrita da un serpente attorcigliato a una caviglia o talora a un braccio. La vicenda continua nell’oltretomba, dove Orfeo si reca nell’estremo e vano tentativo di riportare in vita la sposa. Con il potere della sua musica, Orfeo persuase Plutone a lasciare che Euridice tornasse sulla terra, ma il dio nell’acconsentire pose come condizione che egli non si voltasse a guardarla finché non fossero giunti nel mondo dei vivi. Orfeo non seppe tenere fede alla promessa ed Euridice scomparve per sempre. Il dolore lo indusse a disprezzare le donne e per questo fu aggredito dalle Menadi e ridotto in pezzi. Plutone è raffigurato in trono con accanto la sposa Proserpina e davanti a loro Orfeo che suona la lira o giunge le mani in supplica. A volte è invece rappresentato in atto di condurre via la sposa con il viso rivolto a guardarla. Spesso accanto al re degli Inferi siede Cerbero dalle tre teste e di quando in quando si scorge sul fondo un drago che lancia fiamme ovvero Issione, Sisifo, Tantalo o Tizio, i cui tormenti sono sospesi in virtù del canto di Orfeo. Anche la morte di Orfeo per opera della Menadi è spesso rappresentata.