Art e Dossier

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Art History: ricerca iconografica

Tasso Torquato*

(Sorrento 1544 – Roma 1595)
Durante l’infanzia il poeta seguì il padre nel suo esilio dal Regno di Napoli. Dopo essere stato a Roma e Urbino, fu a Venezia e Padova, Bologna e Ferrara dove entrò al servizio dal cardinale Luigi d’Este e del duca Alfonso II. In quegli anni si concentra molta della produzione letteraria del poeta: dal poema cavalleresco Rinaldo, che canta avventure amorose e guerresche, all’opera in prosa I Discorsi dell’arte poetica, alla favola pastorale Aminta, che narra l’amore di un pastore per una ninfa. Nel 1575 Tasso aveva concluso la Gerusalemme Liberata che qualche anno dopo fu pubblicata incompleta contro la volontà del poeta. Il poema epico è ambientato all’epoca della prima crociata quando i guerrieri cristiani dopo aver sconfitto i saraceni liberano il Santo Sepolcro. Su questo sfondo si intrecciano gli amori politicamente impossibili fra l’eroe cristiano Tancredi e la guerriera saracena Clorinda e fra la maga Armida e il principe cristiano Rinaldo. Tasso nell’opera esprime la capacità di salvaguardare l’unità d’azione, pur nella molteplicità degli episodi, traendo l’argomento da una storia non troppo antica né troppo recente e dando spazio al meraviglioso cristiano. L’ossessione religiosa e i sensi di colpa spinsero il poeta ad autoaccusarsi di eresia di fronte all’Inquisizione, incapace di sostenere le critiche mosse alla sua opera. Rinchiuso nel convento di San Francesco fuggì per essere nuovamente ospitato come ricoverato-prigioniero in un manicomio. Nonostante il grave squilibrio psichico, non smise tuttavia di lavorare e, una volta libero, vagabondò per la penisola giungendo infine a Roma dove si spense. Agli ultimi anni appartengono la tragedia Re Torrismondo, il poemetto in ottave Monte Oliveto sulla vanità delle cose terrene e Le sette giornate del mondo creato sulla scorta degli esempi di san Basilio e sant’Ambrogio. Nei Discorsi del poema eroico, Tasso propone una chiara enunciazione di poetica denunciando il suo impegno a cantare un’azione illustre grande e perfetta, con altissimi versi tali da meravigliare il lettore.