Henri de Toulouse-Lautrec: biografia
Henri-Marie-Raymond de Toulouse-Lautrec nasce il 24 novembre 1864 ad Albi, nel sud della Francia, da un'antica famiglia aristocratica. Unico figlio sopravvissuto dei nati dall'unione dei suoi genitori, trascorre la prima giovinezza fra le tenute di famiglia di Bosc e Céleyran e Parigi, dove si stabilisce con la madre nel 1872. Ma la salute cagionevole non gli consente di rimanere a lungo nella capitale, cosicché nel 1874 rientra ad Albi, dove prosegue gli studi sotto la guida di un precettore. Due incidenti, avvenuti fra il 1878 e il 1879, provocano la frattura di entrambi i femori con la prima conseguenza di una lunga immobilità e poi di un handicap definitivo. In questo periodo comincia a disegnare. Nel 1881 si reca a Parigi, dove frequenta lo studio di Princeteau, quindi quello di Bonnat e in seguito quello di Cormon. Nel 1884 apre un proprio atelier insieme all’amico René Grenier, nello stesso edificio dove abita Degas. Frequenta l’Elysée-Montmartre, il Moulin de la Galette e Le Mirliton, dove espone alcune sue opere. Partecipa al Salon des Artistes Incohérents e collabora con diversi periodici parigini realizzando disegni umoristici e d’ambiente. Conosce Van Gogh con il quale stringe amicizia. Tra il 1887 e il 1895, viaggia molto e prende parte a numerose esposizioni a Tolosa, Bruxelles e Parigi. Questi anni sono tumultuosi anche sotto il profilo personale: frequenta locali notturni – per l’inaugurazione del Moulin Rouge, nel 1889, esegue il manifesto pubblicitario – e le case chiuse, che diventano il soggetto delle sue opere. Nel 1895 frequenta la redazione di “La revue blanche”, e i Natanson; cura programmi per opere teatrali ed esegue disegni per alcune riviste. Alla pittura alterna la tecnica della litografia, pubblicando fra il 1896 e il 1898, ben tre album che tuttavia non riscuotono grande successo. Nel 1899 è ricoverato per etilismo nella casa di cura del dottor Sémelaigne a Neuilly, dove esegue alcuni disegni sul circo. Tornato a Parigi riprende la sua vita disordinata. Nel dicembre del 1900, a causa di una congestione, rimane paralizzato alle gambe. Si riprende dopo un trattamento elettrico. Dopo un breve soggiorno a Bordeaux, dove realizza alcuni dipinti ispirati all’opera lirica Messalina, rientra a Parigi nel 1901. Le sue condizioni di salute si aggravano e dopo essere stato trasportato al castello di Malromé, muore il 9 settembre, all’età di trentasette anni. Le sue spoglie sono prima sepolte a Saint-André-du-Bois, poi traslate a Verdelais.
Henri de Toulouse-Lautrec: le opere
Archivio Giunti
Il giovane Routy
1882
olio su tela; 60 x 50
Albi, Musée Toulouse-LautrecDurante i mesi estivi del 1882 il giovane Toulouse-Lautrec soggiorna nella tenuta di famiglia di Céleyran dove, su consiglio del maestro Cormon, si dedica alla pittura dal vero, nel tentativo di penetrare nell’ambiente contadino così lontano dal suo. L’artista incontra un giovane contadino, Routy, e ne fa il soggetto per alcuni ritratti nei quali non solo indaga un tipo sociale, quello dei lavoratori dei campi, ma fa anche un’analisi psicologica del personaggio, un ragazzo di umili origini e dal carattere introverso, con il quale l’artista ha stretto un legame di amicizia e solidarietà. Tra le pochissime tele di Lautrec dipinte all’aria aperta, questi ritratti mostrano la vicinanza dell’artista ai modi impressionisti, soprattutto nella gamma cromatica e nell’accentuata luminosità.
Archivio Giunti
La contessa Adèle de Toulouse-Lautrec
1883
olio su tela; 93,5 x 81
Albi, Musée Toulouse-LautrecTra il 1879 e il 1886 Lautrec ritrae la madre in molte opere, variando formati, tecnica e stile. Il ritratto di Albi, eseguito quando l’artista ha solo venti anni, è una delle opere più riuscite di questo periodo. L’intonazione è sobria e priva di retorica, l’ambiente è quello domestico improntato alla massima semplicità ed eleganza. La contessa, seduta a tavola davanti a una tazza di porcella, si trasforma in una figura ieratica nell’apparente rigidità della posa e nello sguardo assente e misterioso. La frontalità della figura e l’immagine costruita per masse di colore dalle tenui sfumature che modellano il disegno nello spazio, sembrano ricordare i ritratti di Cézanne.
Archivio Giunti
Al circo Fernando: la cavallerizza
1887-1888
olio su tela; 103,2 x 161,3
Chicago, Art InstituteLautrec espone il dipinto, insieme ad altri nove lavori tra cui il ritratto della madre, alla quinta mostra del gruppo artistico Les XX a Bruxelles, nel 1888. A sinistra della scena, la figura del domatore “Monsieur Loyal”; sulla destra la cavallerizza sta per saltare attraverso il cerchio di carta tenuto dal pagliaccio che si intravede sullo sfondo. Di quest’opera si conserva un piccolo schizzo a inchiostro per il domatore e un pastello, tecnica prediletta dall’artista in questo periodo. Le figure sono silhouette dal profilo nervoso, colorate a chiare e brillanti zone. Il particolare uso del colore a olio con sfumature ad acquerello lascia trasparire dal fondo il disegno sottostante: Toulouse-Lautrec ha perfino omesso di cancellare tracce di “pentimenti”, segni di matita o di colore debordante. Acquistato dai proprietari del Moulin Rouge, fu esposto nel ridotto del cabaret dove lo vide Seurat che a esso si ispirò per il suo Circo, di qualche anno successivo.
Archivio Giunti
Al Moulin Rouge: l’inizio della quadriglia
1887-1888
olio su cartone; 80 x 61
Washington, National GalleryAmbientato nel locale più famoso di Parigi, Lautrec descrive quel variopinto pubblico che si getta a capofitto in danze sfrenate. In primo piano ritrae una coppia di spettatori quasi come in un gioco di scatole cinesi, la coppia assiste allo spettacolo e al tempo stesso entra a far parte della scena che si offre a chi guarda il quadro. L’artista mette a punto un taglio compositivo che adotterà spesso in seguito: le figure tagliate dai bordi del dipinto, come un’inquadratura fotografica sbagliata, sembrano comunicare all’osservatore che la vita prosegue oltre il limite imposto dal quadro.
Archivio Giunti
“A la mie”
1891
Gouache e acquerello su cartone; 53 x 68
Boston (Massachusett), Museum of Fine ArtsQuest’opera, ispirata all’ambiente degradato del proletariato urbano, è volutamente dipinta da Lautrec con una pennellata sciatta, per rendere più reale lo squallore di una coppia di età incerta, dall’abbigliamento trasandato e dallo sguardo appannato dai fumi dell’alcol. Contrariamente all’impressione di immediatezza e spontaneità esecutiva, l’opera è frutto di un attento lavoro preparatorio, che riproduce non un luogo preciso, ma uno stereotipo. La conferma viene da una fotografia che ritrae la scena del dipinto, che quindi non viene eseguito dal vero, ma nello studio del pittore. In aperta polemica con gli eccessi del naturalismo di maniera in voga in quegli anni, Lautrec insiste sul desolante squallore dell’ambiente e sull’esagerata caratterizzazione dei personaggi.
Archivio Giunti
Al Moulin Rouge
1892-1894
olio su tela ; 123 x 141
Chicago (Illinois), Art InstituteL’artista ritrae intorno a un tavolo del noto locale parigino alcuni dei suoi amici. Egli stesso appare sullo sfondo accanto al cugino Tapié de Céleyran. La donna davanti allo specchio è la Goulue; i personaggi seduti sono, da sinistra a destra, Edouard Dujardin, la Macarona, Paul Sescau, Maurice Guibert e una donna dai capelli rossi da alcuni identificata con Jane Avril. In primo piano poi un volto inquietante, acceso da una livida luce verde. I lineamenti dei personaggi, delineati con precisione, si contrappongono allo sfondo e la balaustra in primo piano, appena tratteggiati con pennellate rapide e imprecise che non coprono completamente il dipinto. L’elaborata impaginazione spaziale è risolta per mezzo delle opposte linee della balaustra e del pavimento che, creando una sorta di “V”, fanno convergere lo sguardo dello spettatore sul gruppo seduto al centro della tela.
Archivio Giunti
Al Nouveau Cirque, la pagliaccia dai cinque sparati
1892 circa
olio su cartone; 119 x 87,5
Filadelfia, The Philadelphia Museum of ArtIl cartone fu utilizzato nel 1895 da Louis Comfort Tiffany, inventore del nuovo vetro colorato “faivrile glass” o anche vetro americano, per la vetrata Al Nouveau Cirque, Papa Chrysanthème (Parigi, Musée d’Orsay), esposta quello stesso anno a Parigi, prima al Salon de la Société Nationale des Beaux-Arts e poi al primo Salon de l’Art Nouveau di Sigfried Bing. Lo studio, che fonde mirabilmente suggestioni dell’arte giapponese con il linguaggio dell’Art Nouveau, ha per tema una scena tratta da Papa Chrysanthème, uno spettacolo di successo al quale assiste una signora elegantemente vestita: in pista una ballerina interpreta la fidanzata occidentale di un principe giapponese che deve conquistarsi, danzando, le simpatie della corte – i cinque uomini allineati sullo sfondo con indosso i bianchi sparati del titolo.
Archivio Giunti
Al Moulin Rouge: due donne che ballano il valzer
1892
tecnica mista su cartone; 93 x 80
Praga, Národni GalerieToulouse-Lautrec ama le sale da ballo, i caffè concerto, i locali notturni. Con efficacia ritrae i frequentatori di questi locali notturni evidenziandone gli atteggiamenti e le abitudini. L’impaginazione disinvolta nella quale le figure vengono tagliate dai bordi, in una sorta di inquadratura fotografica sbagliata, sembra rispondere ad un preciso intento espressivo, come se l’artista volesse comunicare che la vita continua oltre lo spazio del dipinto, che di là dalla cornice il tempo e il movimento non si fermano. Insolita è anche la tecnica pittorica, che mescola colori a olio a pastelli e matite intervenendo poi sulla superficie del quadro con l’acquaragia per diluirli una volta stesi.
Archivio Giunti
L’inglese al Moulin Rouge
1892
olio e gouache su cartone; 85,7 x 66
New York, Metropolitan Museum of ArtLautrec coglie l’atmosfera maliziosa e sensuale dell’incontro di un elegante gentiluomo con due ignote signore nel famoso locale parigino. Egli, come sempre, si limita a registrare con mirabile efficacia quanto avviene solitamente nei locali notturni, nelle sale da ballo dove ricchi borghesi abbordano ragazze giovani e disponibili. Il personaggio maschile è l’amico e pittore William Warrener, che giunto a Parigi dalla nativa Inghilterra stava riscuotendo un notevole successo. Da questo superbo studio l’artista trae in seguito una litografia, realizzata a pennello e a spruzzo, estremamente semplificata; esiste inoltre un esemplare in nero acquerellato dallo stesso Lautrec. Il taglio fotografico adottato dal pittore, con l’inquadratura a distanza ravvicinata, inganna lo spettatore che sembra poter entrare direttamente nella scena e partecipare alla conversazione.
Archivio Giunti
Nella sala di rue des Moulins
1894 circa
carboncino e olio su tela; 111,5 x 132,5
Albi, Musée Toulouse-LautrecAssiduo frequentatore di bordelli, Henry racconta senza volgarità i momenti della normale quotidianità delle ragazze nelle case di tolleranza. Le morbose atmosfere di questi ambienti sono nella realtà assai meno eccitanti di quanto comunemente immaginato: così l’ambientazione artificiosamente esotica contrasta con l’inerzia e la passività delle prostitute che attendono annoiate l’arrivo dei clienti, sotto lo sguardo vigile della maîtresse. Per la figura centrale Lautrec prende come modella la sua prostituta preferita, Mireille, che lavora presso la casa di via Amboise. La scena è eseguita a memoria servendosi di numerosi studi e schizzi; egli medita lungamente sia sull’elaborata costruzione scenica sia sulla scelta cromatica. L’artista è orgoglioso della sua opera, considerata dalla critica come l’apice della serie di dipinti dedicati alla prostituzione, e si farà fotografare davanti alla tela con accanto la modella nuda, armata di lancia, forse per ridicolizzare i quadri storici ancora apprezzati nei Salon ufficiali.
Archivio Giunti
Yvette Guilbert canta Linger Longer Loo
1894
olio su cartone; 58 x 44
San Pietroburgo, ErmitageYvette Guilbert (1868-1944) fu, da giovanissima, commessa nei magazzini Printemps. Intraprese in seguito la carriera di cantante, divenendo in breve una delle vedette del Moulin Rouge e del Divan Japonais. Resa celebre dai lunghi guanti neri che indossava sempre, è qui raffigurata mentre esegue il brano di successo Linger Longer Loo. Lautrec la ritrasse più volte, dedicandole un album e numerosi manifesti. In questo cartone emerge l’innato istinto caricaturale dell’artista che lo porta a costruirsi un proprio linguaggio totalmente antiaccademico.
Archivio Giunti
La Goulue e Valentin-le-Désossé
1895
olio su tela; 298 x 316
Parigi, Musée d’OrsayI personaggi sono due celebri stelle del Moulin Rouge: la Goulue e Valentin-le-Désossé, già ritratti da Lautrec nel manifesto pubblicitario del 1891. La Goulue (la golosa) era una lavandaia di origine alsaziana, divenuta ballerina e attrice negli anni Ottanta. A causa del suo insaziabile appetito fu però costretta, ormai grassa e stanca, ad abbandonare le scene e ad aprire un baraccone alla Foire du Trône (1895). Valentin-le-Désossé proveniva invece da una ricca famiglia di notai. Sofisticato viveur, appassionato di equitazione e di danza, fu primo ballerino nei principali locali notturni parigini. In una lettera del 1895 la ballerina chiede al pittore, in nome della loro vecchia amicizia, di aiutarla nella nuova attività decorando l’ingresso del baraccone. I due pannelli ideati da Lautrec raffigurano il primo la Goulue e Valentin-le-Désossé che ballano al Moulin Rouge, l’altro la stessa ballerina che si esibisce nella danza del ventre.