Art e Dossier

Save Italy: palazzo Rasponi Dalle Teste a Ravenna

categoria: Blog
2 September 2019
Ravenna

Ravenna, riconosciuta per l’innumerevole quantità di mosaici presenti nelle antiche basiliche paleocristiane (nominate monumenti Unesco), è la città che fa del sommo poeta Dante Alighieri la sua icona principale. È una delle città marittime più visitate da turisti provenienti da ogni parte del mondo durante tutto l’anno; oltre a questo possiede a livello artistico un patrimonio inestimabile di meraviglie, ancora poco valorizzate, che meriterebbero una menzione d’onore accanto ai monumenti Unesco. Una di queste, l'ex basilica di Sant’Agnese fuori le mura (V secolo d.c.), si trova nel centro della città, precisamente in piazza Kennedy. Dai resti di questa chiesa e di un intero quartiere medievale, ora coperti da fitti strati di pavimentazione recente, venne edificato uno dei palazzi più incantevoli e maestosi di tutta la Romagna, palazzo Rasponi Dalle Teste. L’edificio, dopo secoli di oblio, è stato interamente restaurato grazie all’impegno congiunto dell’amministrazione comunale e della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. Voluto dai fratelli Giovanni e Giuseppe Rasponi verso la fine del Seicento, l’imponente edificio è rinato sotto una nuova veste dopo oltre due anni di cantieri (2013-2015) che hanno completamente rivitalizzato l’intera area di interesse, per un costo complessivo di 10 milioni di euro. La Casa dell’Europa della città di Ravenna, è divenuta il luogo privilegiato per attività artistico-culturali, turistiche, espositive e convegni oltre ad ospitare alcuni uffici pubblici fra cui l’Informagiovani e l’Ufficio del turismo del vomune di Ravenna. Il progetto nato intorno a questo edificio è l’esempio perfetto di riqualifica e valorizzazione di un sito storico ad alta rilevanza artistica, un vero e proprio “salvataggio culturale”. L’edificio, con i suoi 70 m di lunghezza, è il più imponente palazzo urbano di Ravenna e, compreso il giardino retrostante, occupa un’area di circa 4000 mq. Il palazzo Rasponi Dalle Teste presenta lo schema a tre corpi di fabbrica, di cui due paralleli (schema a U), ripreso da modelli del Rinascimento fiorentino, con il cortile aperto su un vasto giardino. Grande importanza assumono qui la facciata e il portone centrale. La facciata del palazzo è caratterizzata dalla presenza di quarantacinque finestre, dove sono state recuperate una serie di teste di moro. Le teste, infatti, sono l’attributo che distinguono palazzo Rasponi Dalle Teste dagli altri palazzi ravennati, e con tutta probabilità dovevano sottolineare la potenza del cristianesimo contro i musulmani o i saraceni; i mori si prestavano a tale scopo, dal momento che venivano utilizzati sui cimieri antichi per simboleggiare proprio questo messaggio. Situato nel centro nevralgico di Ravenna l’edificio doveva essere molto ambito e l’illustre casata, che riconosceva il proprio ruolo all’interno della città, lo abbellì con maestose decorazioni, chiamando artisti da diverse parti d’Italia. Il risultato fu grandioso in quanto, sia esternamente che internamente, l’edificio mostra appieno la sua ricchezza. Gli imponenti ingressi appaiono come un’introduzione alla magnificenza degli interni, dove la famiglia esibiva la sua grandezza con sculture in stucco e cicli pittorici grandiosi. L’ ingresso è sovrastato dal maestoso stemma dei Rasponi Dalle Teste con due branche di leone poste in croce di Sant’Andrea. L’interno è costituito dall’ampio atrio d’ingresso dal quale si diramano due differenti scale: a sinistra, quella più modesta per l’accesso al primo piano (appartamenti del vescovo Giovanni Dalle Teste), a destra lo scalone d’onore che conduce al piano nobile (appartamenti del conte Giuseppe Dalle Teste). È proprio nel piano nobile che troviamo diversi affreschi di inizio secolo XVIII attribuiti al pittore bolognese Ercole Gaetano Bertuzzi (1668-1710) distribuiti nei sette vani presenti, raffiguranti divinità mitologiche e sculture in stucco di putti e ritratti di personaggi illustri. I dipinti sono di pregevole fattura e raffigurano le divinità Minerva, Giove, Marte e Flora, rappresentate con estrema minuziosità dei particolari, grazie ai quali è possibile notare gli attributi tipici che li contraddistinguono. Essi rimandano allo stile bolognese di inizio secolo, con numerosi influssi di pittori di rilievo come Carlo Cignani, Marco Antonio Franceschini e Gioseffo Dal Sole. Attualmente le sale del piano nobile, sono destinate a spazi espositivi e congressi e mirano all’organizzazione di mostre temporanee facendo dialogare l’antica arte settecentesca con l’arte contemporanea ravennate.

Massimiliano Venturelli


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2019

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