Art e Dossier

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Art History: ricerca iconografica

Uomini illustri

La cultura proto-umanistica che si diffonde nella società italiana dal Trecento, caratterizzata da un sempre maggiore e consapevole recupero della centralità dell’uomo nell’universo, determina nell’arte la comparsa di nuovi soggetti profani. Accanto ai tradizionali temi religiosi si diffondono “gallerie” di uomini e donne celebri per virtù, forza, ingegno, coraggio, ovvero qualità proprie dell’uomo e in grado di stabilirne il destino. I personaggi sono tratti indifferentemente dal mondo pagano dell’antichità classica e dalla Bibbia, ma anche dal passato recente e dalla storia locale, per costituire esempio ai cittadini e dare gloria al presente. Le collezioni di “exempla” che risalgono a Petrarca, Dante e Boccaccio (dai Trionfi, al De viris illustribus, alla Commedia, al De casibus illustrium virorum con il corrispettivo femminile De claris mulieribus), trova la sua prima trasposizione in immagini nella decorazione degli edifici pubblici. Se rimane solo la memoria dei cicli trecenteschi di Giotto a Castel Nuovo a Napoli o nel palazzo dei Visconti a Milano, e poi ancora a Verona e a Padova, fu nel Rinascimento che il tema ebbe una grande diffusione, soprattutto nell’Italia centrale. I primi esempi, a Perugia, Foligno e Roma, trovarono presto seguito a Firenze nel Palazzo del proconsolo, una sorta di museo dei grandi nomi della città aggiornato fino ai grandi umanisti del tempo: Andrea del Castagno vi dipinge Leonardo Bruni e Pollaiolo Poggio Bracciolini. Sempre Andrea del Castagno realizza nella villa della Legnaia presso Firenze il ciclo in cui la triade dei grandi poeti Dante, Petrarca e Boccaccio è affiancata da tre condottieri contemporanei e da tre donne tratte dalla storia biblica e dalla mitologia. Negli anni Settanta del secolo Federico da Montefeltro, signore di Urbino, fa decorare il suo studiolo da Giusto di Gand e Pedro Berruguete con figure di sapienti, saggi e giuristi di ogni tempo; seguono la decorazione della Sala del Cambio a Perugia del Perugino e quella di Luca Signorelli che nella cappella di San Brizio inserisce in un luogo di culto figure di poeti e filosofi, da Stazio a Ovidio, da Virgilio a Dante.