Dieci anni di Madre
Nel suo decennale di attività il museo napoletano ha annunciato il ricco programma espositivo per l’autunno inverno 2015-2016. Si inizia con Axer/Désaxer del celebre artista francese Daniel Buren (1938), legato da sempre alla città di Napoli (la prima mostra alla galleria di Luci Amelio risale al 1972). Questo è il secondo lavoro appositamente realizzato da Buren nel corso del 2015 per la prestigiosa istituzione. Il sottotitolo di questa grandiosa installazione di dimensioni architettoniche è infatti Lavoro in situ, 2015 Madre, Napoli - #2, a sottolineare un pratica corrente nel lavoro di Buren, almeno a partire dagli anni Ottanta, quando ha iniziato a ideare opere di carattere monumentale per musei e spazi pubblici. I due interventi per il Madre tendono a sospingere il museo verso la città, e viceversa. Il secondo lavoro, che s’inaugura il 10 ottobre 2015 (fino al 4 luglio 2016), è costituito da superfici colorate, specchi e le celebri righe di 8,7 centimetri, che caratterizzano i lavori di Buren. L’installazione è situata nell’atrio d’ingresso, con l’intento di rimettere in asse l’edificio del Madre rispetto alla via Settembrini sulla quale si affaccia, ma anche di spiazzare l’osservatore spostando il consueto punto di vista dell’ingresso dal suo asse prospettico. Il 10 di ottobre (fino al 18 gennaio 2016) s’inaugura anche, in collaborazione con WIELS di Bruxelles, e Haus der Kunst di Monaco di Baviera la prima grande retrospettiva italiana sull’artista britannico Mark Leckey (1964), salito alla ribalta internazionale nel 2008 con le vittorie del premio Turner della Tate Britain e del Central Art Award di Colonia. Sculture installazioni, performance e video, come l’ormai mitico Fiorucci Made Me Hardcore del 1999, ai confini fra arte e vita quotidiana, musica e fantasie più intime. Un seminario e un libro accompagneranno l’evento. Sempre il 10 ottobre si apre anche la mostra dell’italiano Marco Bagnoli con una installazione nel secondo cortile intitolata La Voce. Nel giallo faremo una scala o due al bianco invisibile, nell’ambito del progetto L’Albero della Cuccagna. Nutrimenti dell’arte, presentato in simultanea il 10 ottobre in occasione della XI Giornata del contemporaneo. La prima versione di una scala a pioli incastrata nel muro fu realizzata da Bagnoli nel 1974; in una seconda versione in ferro la scala si appoggiava su un unico punto; poi è divenuta occasionalmente il simbolo della Scala di Giacobbe. Questa nuova versione partirà invece dall’interno, nel secondo cortile del Madre, fino a oltrepassare il tetto ed estendersi all’esterno. Anche il suono avrà la sua suggestiva importanza (“Sonovasoro”). Il programma al Madre prosegue il 14 novembre 2015 (fino al 1 febbraio 2016) con io non sono io del famoso fotografo ucraino Boris Mikhailov (1938), che presenterà una straordinaria galleria di ritratti e autoritratti e un nuovo libro d’artista, a integrazione di una retrospettiva a lui dedicata questo stesso autunno a Torino da Camera-Centro Italiano per la Fotografia.