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Fondazione Berengo Art Space: WonderGlass, vetro prodigioso

categoria: Grandi Mostre
8 April – 15 May 2022

Sottovetro

Murano
Fondazione Berengo Art Space
Maurizio Mussati ha strutturato WonderGlass con se fosse una squadra di rugby, di cui lui è stato un cultore: velocità, coraggio nei placcaggi e visione di gioco. Il figlio Christian, da Londra, non soltanto è in sintonia col padre ma porta nuove idee. La loro WonderGlass cerca sempre innovazioni tecniche ed estetiche. Se Adriano Berengo è il coraggioso mentore per gli artisti contemporanei di vetro, i Mussati lo sono per i designer. L'allestimento della mostra Sotto Vetro, titolo molto evocativo, è curato da Simone Zecubi che ha dovuto giostrarsi tra forme geometriche e forme organiche, passando dalla luce al buio e rendendo protagoniste le opere come in una gara di tango. Siamo a Venezia, siamo a Milano, ma siamo anche alla Confiteria Ideal, a Buenos Aires, tempio del tango. 
Ovviamente le forme, certamente il vetro, ma soprattutto i colori, sono i grandi protagonisti di questa mostra, nella quale Richard Woods, consapevole di trovarsi nelle vicinanze dei meravigliosi pavimenti della Basilica di San Marco, ripropone all’infinito, in verde ultramarino, uno schema grafico attuale, contemporaneo e futuribile. I primi lavori di illuminazione di Thomas Demand sono Zig-zag e Accordion (fisarmonica), dai quali si irradia una luce musicale che illumina delicatamente la trama del cristallo. I colori sono tipici muranesi, il bluino, il verde e l’ametista. Cascade è il tavolo di Nao Tamura sul quale pende un lampadario in vetro trasparente che contiene una buona quantità di acqua basculante. Oscillando, il liquido crea delle rifrazioni luminose. L’acqua giapponese è magica e terapeutica e qui si vede. Il matrimonio fra vetro e lana avviene nell’opera di Joana Vasconcelos dove creature antichissime e quasi fosforescenti provengono, sorprendendoci, dal fondo del mare. Ci sono voluti oltre cento dischi incandescenti, retroilluminati, in vetro colato, per comporre il muro di fuoco di Moritz Waldemeyer che anche in quest’occasione, pur creando una scena drammatica, ama giocare con forme e materiali. A occhi chiusi Francesco Vezzoli ha potuto sentire il profumo Shocking di Schiaparelli, contenuto nel flacone creato da Leonor Fini nel 1937. A occhi aperti, ripropone questa mitica fragranza racchiusa in un busto di vetro soffiato alto 110 centimetri. Un’autentica prova di virtuosismo per il maestro vetraio. Non è un gioco di Lego o di Domino, il progetto di Simone Zecubi, bensì un viaggio da archeologo negli scavi policromi d’un tempio e d’un tempo che furono. Questi pezzetti di vetro industriale incollati fra di loro alla Sottsass, ci fanno indovinare una civiltà che non è più. Se Joana Vasconcelos ci propone creature che vivono in fondo al mare, sembrano invece scendere dal cielo queste forme di Atelier fatte di vetro spesso e pieno di tanta luce. Sono talmente luminose che ci ipnotizzano. Andrea Anastasio ci propone tre tappetti vitrei multicolori e occidentali, eredi in linea diretta di tessuti orientali. Partono da sfere, mondi dove il pensiero filosofico è diverso dal nostro e spesso più antico. Bethan Laura Wood ama giocare e viaggiare seriamente. Dai luoghi dove si ferma in contemplazione, attinge dettagli figli di un mondo lontano. Questo tavolo, per esempio, come i templi di Kyoto, è costruito a incastro.

Oltre ai magnifici dieci, un video evocativo dell’acquarellista Nicola Magrin che racconta la Laguna, i gondolieri e i maestri vetrai. In un momento critico come non mai per il millenario vetro di Murano, quando decine di vetrerie spengono i forni perché non sono più in grado di pagare la bolletta del gas, questa mostra voluta da WonderGlass è anche un forte segnale di ottimismo per il vetro veneziano dove soffiatura, colatura, vetrofusione e lavorazione a lume, restano impareggiabili. 

 

Jean Blanchaert