Art e Dossier

Il nuovo libro che si interroga sul pubblico dell’arte

categoria: Cataloghi e libri

Oskar Bätschmann, Il pubblico dell’arte. Una breve storia

Johan & Levi, Monza 2024

pp. 196, 53 immagini a colori

€ 26

L’identikit del pubblico dell’arte è una questione che in molti, nel corso dei secoli, hanno affrontato, cercando di dare un volto – e spesso un giudizio – a chi posa lo sguardo sull’opera senza necessariamente esserne esperto. Anche lo storico dell’arte svizzero Oskar Bätschmann ha preso in esame il tema nel volume pubblicato in Italia da Johan & Levi e il risultato è un’immersione diacronica nelle profondità delle vicende culturali che hanno interessato per lo più il mondo occidentale in epoca moderna e contemporanea. È lo stesso autore de Il pubblico dell’arte. Una breve storia a definire, nell’epilogo, le coordinate della sua indagine ‒ “Le immagini e i testi che ho usato per questo libro provengono da quella piccola parte di mondo che per secoli ha immaginato d’esserne il centro, ma che ora è semplicemente il ‘mondo occidentale’”, scrive ‒, mentre l’incipit del prologo ‒ “La storia dell’arte deve ancora scoprire il pubblico dell’arte” ‒ chiarisce la complessità di un argomento in merito al quale non è possibile stilare conclusioni granitiche. I quindici capitoli che compongono il saggio arricchiscono di sostanza la frase iniziale, dimostrando quanto “il pubblico dell’arte” sia un’entità fluida, capace di sottrarsi alle definizioni – a tratti caustiche e in qualche occasione utopiche – in cui lo spirito del tempo ha tentato di imbrigliarla.

Deciso a “coniugare storia e analisi senza essere solo un compilateur d’anecdotes”, Bätschmann seleziona opere e parole nell’ottica di descrivere le peculiarità del pubblico – termine dal significato variabile in base alla lingua di riferimento – e il suo ruolo rispetto agli artisti e a un’altra fetta di pubblico, quello specializzato. Se, fin dall’antichità di Apelle, il rapporto fra artista e pubblico si muove su binari non lineari ed è governato dalla spinosa faccenda del giudizio, quest’ultimo ha orientato per lungo tempo l’approccio dei conoscitori nei riguardi del pubblico generico, influenzando l’atteggiamento degli stessi artisti. Nemico oppure alleato, potenziale pericolo in quanto massa imprevedibile oppure utile complice purché destinatario di una educazione estetica calata ancora una volta dall’alto, il pubblico dell’arte ha suscitato una gamma di reazioni differenti e occupato posizioni via via diverse, anche in virtù del grado di accessibilità a opere, mostre e musei. 

Bätschmann salta avanti e indietro lungo la linea temporale, fotografa istanti e tendenze, attingendo da esempi di matrice critica, storica, filosofica, sociale e ovviamente artistica e sintetizzando i concetti cardine della trattazione nei titoli dei brevi capitoli – qualche esempio: Apprezzamento, istruzione e Illuminismo, Sensibilità e commozione, Sorrisi, grasse risate e caricature, Le masse. Si chiude con i “Big Player” e con un affondo sulle loro strategie per suscitare l’interesse e la partecipazione del pubblico odierno. Dal Salvator Mundi attribuito a Leonardo alla Girl with Balloon di Banksy, autodistrutta durante l’asta ospitata da Sotheby’s a Londra nel 2018, sino al fenomeno NFT, la domanda resta sempre la stessa: chi è e che cosa desidera il pubblico dell’arte? Il volume firmato da Oskar Bätschmann fornisce ottimi spunti per azzardare una risposta.

Arianna Testino