Art e Dossier

La bellezza e l’ideale. La collezione Canova di banca Ifis e la pinacoteca viaggiante

categoria: Eventi
21 May 2025

Oggi chi visita “La grande Brera” viene accolto da 12 busti in gesso di Antonio Canova, oltre che dalla Vestale e da una serie di riproduzioni dei dipinti raccolti da Giovanni Battista Sommariva. L’esposizione degli incantevoli busti neoclassici è stata resa possibile grazie alle operazioni di recupero e di restauro operate da Banca Ifis che ha poi scelto di esporre le sculture a Milano nella prima sala della Pinacoteca di Brera. L’istituto di credito non è nuovo alle collaborazioni con il museo milanese e peraltro si impegna da tempo nel collezionismo di ricerca, nel sostegno alle giovani voci contemporanee e nell’organizzazione di progetti culturali aperti al pubblico. “La scelta di aprire il percorso espositivo della Pinacoteca – afferma Angelo Crespi, Direttore generale Pinacoteca di Brera, Palazzo Citterio, Biblioteca Nazionale Braidense – con un’esposizione di Canova, risolve in modo magnifico un luogo che ha avuto negli anni numerose destinazioni: da galleria per mostre temporanee a introduzione alla visita, a semplice disimpegno per funzioni accessorie al museo. Il riallestimento si è concentrato sul grande scultore, potendo contare sul generoso prestito a lunga scadenza di Banca Ifis che ha messo a disposizione della Pinacoteca di Brera”.

Il riallestimento dello spazio rimanda all’apporto di Canova alla formazione della collezione di gessi da destinare agli allievi dell’Accademia, nonché al ruolo dei mecenati che hanno incrementato nel tempo il patrimonio museale. I busti, realizzati tra il 1807 e il 1818, provengono da Villa Canal alla Gherla, in provincia di Treviso, e due di essi presentano le cosiddette répere, le piccole borchie usate dagli sbozzatori dello studio di Canova come punti di trasporto dal gesso al blocco di marmo. I soggetti sono quelli privilegiati da Canova e si riconoscono Ebe, Tersicore, la Venere italica, l’idea personificata di Pace, oltre ai ritratti di quattro donne legate a Napoleone Bonaparte, ovvero Paolina Borghese, Carolina Murat, Elisa Baciocchi Bonaparte e Letizia Ramolino Bonaparte. Queste ultime si pongono idealmente in continuità con il calco in gesso del Napoleone come Marte pacificatore dello scultore neoclassico che spicca nel primo cortile dell’Accademia di Brera, mentre l’originale campeggia al centro della sala 15 della Pinacoteca. 

Il percorso, a cura di Chiara Rostagno e Valentina Ferrari, si completa con il busto marmoreo della Vestale, scolpito da Canova tra il 1818 e il 1819 che, pur appartenendo alle collezioni di Brera, era stato espunto dal percorso espositivo per ragioni museografiche fin dal 1902: oggi, dopo più di cent’anni, può essere di nuovo ammirato. “L’idea è di rendere omaggio al Neoclassicismo – prosegue Crespi –, lo stile sotto la cui egida si fondò Brera, preconizzato dai grandi illuministi milanesi celebrati nel pantheon del nostro loggiato, e realizzato da quel manipolo di straordinari artisti che ne alimentarono le mura: Andrea Appiani, Giuseppe Bossi, Antonio Canova”.

Infine, nella prima sala di Brera trovano posto anche delle piccole riproduzioni in smalto dei dipinti della collezione di Giovanni Battista Sommariva, politico e collezionista d’arte vicino alle istanze napoleoniche, che furono donate nel 1973 alla Pinacoteca da Emilia Sommariva Seillière.

Marta Santacatterina