Art e Dossier

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Le fake news colpiscono anche l’arte, antica e moderna

categoria: Cataloghi e libri
5 September 2025


Federico Giannini
Vero, falso, fake. Credenze, errori e falsità nel mondo dell’arte
Giunti 2025

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È vero che la Gioconda fu rubata all’Italia da Napoleone? Sul serio il baldacchino in bronzo di Borromini a San Pietro fu realizzato con il bronzo saccheggiato dal Pantheon? C’è davvero l’affresco con la Battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci al di sotto gli affreschi di Vasari nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio di Firenze? E siamo sicuri che nel nostro Paese sia presente il 60% del patrimonio artistico dell’umanità? 

La risposta per tutti questi quesiti è “no”, tuttavia molti non esiterebbero, almeno per qualcuna delle domande elencate, a porre la crocetta sulla casella “vero”. Nel dilagare attuale delle fake news, Federico Giannini – fondatore e direttore editoriale di “Finestre sull’arte” nonché firma di “Art e dossier” – ha concentrato la sua attenzione sulle notizie false, sulle bufale, sui miti culturali che ci trasciniamo da decenni, quando non da secoli. Leggendo i numerosi capitoli del libro Vero, falso, fake. Credenze, errori e falsità nel mondo dell’arte si scopre ad esempio che nel caso del “mitico” affresco leonardesco con la battaglia di Anghiari ci si è accaniti per decenni, anche con sondaggi invasivi sugli affreschi di Vasari, alla ricerca di qualcosa che non è mai esistito, o ancora che la Gioconda era certamente già in Francia nel 1625, quindi ben prima della nascita del Bonaparte e delle sue scriteriate requisizioni (Napoleone tuttavia nutriva una particolare predilezione per il dipinto di Leonardo e lo volle esposto nella sua residenza, traslocandolo dal Louvre). Nemmeno la storia del bronzo del Pantheon che sarebbe stato “riciclato” da Borromini corrisponde a verità: si trattò infatti di una operazione propagandistica di papa Urbano VIII, al secolo Maffeo Barberini, per giustificare la fusione delle travature e dei chiodi per ricavarne delle armi, iniziativa già all’epoca deplorata e da cui scaturì la celebre pasquinata “Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini”. A proposito del 60% del patrimonio artistico mondiale presente sul territorio italiano, Giannini puntualizza – non senza un pizzico di ironia che “insaporisce” tutti i capitoli – che il dato è privo di qualsiasi fondamento: infatti non sono mai stati redatti cataloghi mondiali dei beni culturali e anzi, dall’elenco dei siti iscritti nel patrimonio dell’Unesco (dati rivelati alla 46a edizione del Comitato per il Patrimonio Mondiale del 2024) emerge che solo 60 su 1.223 si trovano nel Belpaese, vale a dire il 4,9%. 

Ogni informazione riportata da Federico Giannini si basa su fonti certe, su documenti storici, su analisi storico-artistiche e scientifiche che confutano ogni dubbio e ripristinano finalmente la verità e l’informazione corretta, i cui principi fondamentali sono tra l’altro illustrati nella sezione introduttiva del volume. L’epilogo invece è dedicato alle strategie di difesa dalle fake news e dal disordine informativo, anche con consigli pratici per i lettori (ad esempio diffidare dai titoli roboanti, prestare attenzione alle fotografie, prestare attenzione agli errori ortografici o alle sponsorizzazioni “mascherate”, controllare i siti delle testate, sospettare delle call to action). Un vademecum senz’altro utile quando si leggono notizie relative all’arte e agli artisti, ma che sarebbe essenziale applicare scrupolosamente anche a tutte le notizie che vengono pubblicate, soprattutto sui canali social che notoriamente rappresentano il perfetto terreno di coltura per la disinformazione.

Marta Santacatterina