Art e Dossier

Non solo pittore: Filippo de Pisis fu anche letterato e critico d’arte

categoria: Grandi Mostre
18 October 2024 – 18 January 2025

Filippo de Pisis. Nascita di un quadro

Bologna
CUBO UNIPOL

Il punto di partenza dell’esposizione dedicata a Filippo de Pisis è un suo piccolo olio su tela datato 1926 e facente parte del patrimonio artistico del Museo d’impresa del Gruppo Unipol. Questo Paesaggio raffigura un uomo che medita sulla sua dimensione rispetto al grande potere della natura: una diversa scala evidentissima nelle differenti proporzioni della figurina umana e dell’imponente tronco di un albero, del quale si intravede solo la parte inferiore della chioma. Attorno al dipinto le curatrici Ilaria Bignotti e da Maddalena Tibertelli de Pisis hanno radunato una quindicina di altre opere provenienti dall’archivio del maestro, oltre che da rinomate collezioni italiane, e questo corpus pittorico viene messo in relazione con una selezione di scritti di de Pisis, a partire dagli scritti di critica e storia dell’arte composti in occasione di conferenze o della pubblicazione di articoli, fino alle pagine di diari e appunti scritti nelle città in cui nacque o soggiornò: Roma, Parigi, Venezia e Brugherio, località quest’ultima che lo ospitò in una clinica negli anni della sua vira caratterizzati da nevrosi. Un accostamento inedito e assai interessante, dal momento che la lettura dei testi autografi dimostra la fiducia del pittore nel potere che si cela dietro al concepimento di ogni quadro.

Il progetto espositivo porta inoltre alla luce un altro de Pisis, uomo inquieto e profondo, impegnato in un’indagine sofferta sui moti dell’animo e della psiche, ma anche di un rapporto empatico con oggetti ricorrenti e con i luoghi della quotidianità e della natura. Ne sono testimonianza, ad esempio, tele come Rose bianche del 1952, I due pomodoridel 1950, la fetta di melone protagonista della Natura morta del 1927. “La scelta di prediligere spesso soggetti umili, quotidiani, anche dimenticati o velocemente fagocitati dalla modernità incalzante – chincaglierie da rigattiere, pesci recuperati sotto i banchi del mercato, cappotti sdruciti, baguettes e guanti abbandonati – mescolandoli con i grandi motivi della natura morta quali, in primis, i fiori in tutte le loro fogge, è un modo per convogliare la lente d’attenzione su elementi che diventano personificazioni e interpretazioni dei sentimenti dell’artista stesso, rivelando indubbiamente echi del simbolismo naturalista di Giovanni Pascoli, tra i poeti amati da de Pisis”, dichiarano le curatrici.

Filippo de Pisis. Nascita di un quadro svela quindi il profilo meno noto e più intimo dell’artista ferrarese, che non fu solo un importante esponente di una pittura incastonata tra il simbolismo e la metafisica, ma anche un raffinato letterato.

Marta Santacatterina