A Pistoia una mostra dossier sulle marine di Balla
In Visita. Giacomo Balla
A Palazzo de' Rossi di Pistoia, museo che raccoglie le opere degli artisti attivi in città e nel territorio dai primi decenni del Novecento, va ora in scena la quarta edizione di In Visita, un progetto destinato ad approfondire la conoscenza maestri di riferimento del XX e XXI secolo attraverso l’esposizione temporanea di una o più opere. L’ospite illustre in questa occasione è Giacomo Balla, di cui si espongono Velmare, straordinaria opera dedicata al mare e proveniente dalla Collezione Credem di Reggio Emilia, oltre a due rare versioni di Ballucecolormare, una di proprietà della Fondazione Caript (acquisita nel 2003, non è abitualmente inclusa nel percorso di visita di Palazzo de’ Rossi) e l’altra di una collezione privata.
Grazie alla curatela di Monica Preti e Annamaria Iacuzzi il confronto fra le tre opere protagoniste di In Visita illustra una fase molto importante della ricerca di Balla, maturata tra il 1919 e il 1925, tra Viareggio e Roma: in quel periodo, infatti, l’artista avviò una nuova stagione futurista interpretando il tema del mare attraverso linee di forza e cromie dinamiche. Ecco allora che onde, vele e riflessi non rappresentano semplici motivi ornamentali, ma si tramutano in forme astratte, elementi di un linguaggio decorativo moderno e sintetico in cui Balla traspone le sensazioni provate di fronte ai fenomeni naturali. A testimonianza del consenso ottenuto dalla nuova ricerca, altre tre opere di Balla ispirate alla natura, compreso il grande pannello dipinto su tela d’arazzo Mare velivolato, furono esposte all’Expo di Parigi del 1925. Velmare, che si può ammirare a Pistoia, non è solo affine stilisticamente con il grande arazzo, ma è anche esemplare di questa fase creativa, mentre nei due esemplari di Ballucecolormare il paesaggio marino è incorniciato da elementi geometrico-lineari, tanto che le opere sembrano quasi dei pannelli decorativi d’arredo.
Ad arricchire l’esposizione si è inoltre messo in evidenza un possibile dialogo tra i lavori di Giacomo Balla e il contesto creativo pistoiese a lui contemporaneo, in particolare rappresentato da Mario Nannini, artista vicino all’ambiente del secondo futurismo fiorentino – sicuramente, quindi, conosceva la ricerca di Balla – e attento ai linguaggi delle avanguardie europee.
Marta Santacatterina