Reflected Nativity: installazione solidale di Flavio Pagano
Reflected Nativity è un’installazione che reinterpreta in maniera dirompente i canoni classici dell’arte presepiale napoletana, attraverso l’introduzione di un elemento “segreto”, visibile soltanto osservando l’opera da vicino e che, a seconda del contesto in cui l’opera viene esposta, cambia. Così come cambia una parte del suo titolo. Quella qui presentata in anteprima è la prima versione dell’installazione, il cui titolo completo è: “Reflected Nativity – Bambinella”.
Al centro della Natività riflessa, infatti, questa volta, nel Natale dell’anno in sono state uccise in Italia, in seno alla propria famiglia, due donne alla settimana, non c’è il Bambinello, bensì una Bambinella in creta, incolore, i cui tratti somatici sono ispirati a molteplici etnie.
L’idea di inserirla nel presepe non rappresenta un attacco alla personificazione maschile del Cristo bambino, ma al contrario vuole condividere la straordinaria potenza della metafora della Natività, interpretandola in maniera laica, e facendo sì che essa possa diffondere anche messaggi alternativi.
Diversamente da uMani, precedente installazione di Pagano, che era un’installazione migrante (oltre 20.000 i chilometri compiuti in quattro anni, in giro per l’Italia, promuovendo i valori dell’inclusione e della solidarietà), Reflected Nativity, che è a sua volta un’installazione di arte solidale, compie un viaggio nelle emozioni, modellandosi su istanze sociali, tematiche di forte attualità, eventi dedicati ai temi dell’ambiente, della pace, della difesa delle minoranze e dei più fragili.
Nel segreto della piccola cupola che origina il riflesso, troveremo via via simboli diversi, ispirati ad esempio alla difesa del nostro pianeta, ai diritti delle donne, alle persone private ingiustamente della libertà, ai popoli oppressi o all’infanzia tradita.
L’installazione, modificandosi in base al luogo che la ospita e alla data che ricorre nell’esposizione, parteciperà alle Giornate mondiali che ricordano la Memoria dell’Olocausto, l’Alzheimer, l’Orgoglio Legbt, il Femminicidio e via dicendo.
Perché il riflesso della Natività può e deve accogliere tutti, in una prospettiva che va oltre la stessa fede.
Per questo motivo il “segreto” della cupola diventa visibile solo se ci si avvicina. Perché avvicinandoci noi stessi ci riflettiamo nello specchio, ed entriamo a far parte dell’opera.
Anche i selfie saranno in questo modo, per così dire, militanti. Perché siamo noi che completiamo e agiamo l’opera e il suo messaggio.
L’opera, che è interamente costruita con materiali di riciclo e privi di valore, è stata esposta per la prima volta a Napoli il 20 dicembre, presso il Teatro dei Saltimbanchi Nuovi, nel complesso della Chiesa dei Santi Cosma e Damiano, in concomitanza di un evento organizzato dall’attore e regista Gianfranco Gallo, noto anche per il suo impegno nel sociale.
Flavio Pagano