Art e Dossier

Un Giotto “privato” è oggi esposto a Firenze

categoria: Eventi
3 August – 1 November 2025

"Caring for art. Restauri in mostra”. Sulle tracce di Giotto a Roma: il Frammento Vaticano

Firenze
Museo dell'Opificio delle Pietre Dure

Del ciclo di pitture murali che Giotto e la sua équipe realizzarono nel primo quarto del XIV secolo nell’antica Basilica di San Pietro in Vaticano – prima che l’edificio sacro venisse progressivamente demolito nel Cinquecento per far posto al progetto di Bramante e Michelangelo – resta solo una piccola porzione conservata in una collezione privata. Il pubblico tuttavia nel 2015ha avuto la possibilità di ammirare le due teste di apostoli o di santi – questa la più recente identificazione dei soggetti - in occasione della mostra Giotto, l’Italia tenutasi a Palazzo Reale di Milano. Proprio durante l’esposizione emerse con chiarezza l’urgenza di un restauro che, affidato all’Opificio delle Pietre Dure, è stato portato a termine nel 2019. Oggi il prezioso Frammento Vaticano è l’ospite illustre del ciclo “Caring for Art. Restauri in mostra”, un progetto ideato dalla direttrice dell’Opificio, Emanuela Daffra, con l’obiettivo di riflettere sul valore della cura per l’arte come atto conoscitivo e civile che consente di riscoprire capolavori dimenticati e di restituirli alla collettività.

La storia di questo lacerto di pittura murale, staccato e inglobato in un supporto di gesso, è affascinante e segnata da una complessa stratificazione di materie e memorie. Le due sobrie e potenti figure di santi dipinte da Giotto - a lungo identificate, ma torto, con San Pietro e San Paolo – sono infatti sopravvissute per il loro valore testimoniale e devozionale e perciò conservate nel tempo con grande cura. Un’iscrizione posta sul retro ricorda, infatti, che nel 1610 l’opera venne donata a Matteo Caccini da Pietro Strozzi, canonico della basilica vaticana e segretario di Papa Paolo V e che quindici anni dopo fu esposta al culto, anche se non sappiamo dove. Dopo una minuziosa campagna di indagini diagnostiche, l’Opificio delle Pietre Dure è quindi intervenuto sul frammento giottesco, rimuovendo in particolare le ridipinture e le patine che avevano progressivamente compromesso la leggibilità del pezzo. Oggi si possono così ammirare le stesure delicate e finissime dell’opera e le modalità esecutive riconoscibili e coerenti con le tecniche giottesche e che confermano l’attribuzione al maestro toscano.

“Nella storia dell’arte medievale le certezze sono rare, le datazioni delle opere viaggiano di decenni se non di secoli, le attribuzioni sono difficili e i nomi d’artista, quando esistono, spesso nebbiosi” ha scritto Serena Romano, aggiungendo che oggi il Frammento Vaticano è “un miracolo di storia, di conservazione, di tradizione: un miracolo che restituisce alla conoscenza pubblica quello che senza troppe cautele si può definire un grande inedito pittorico di Giotto e, per altri versi, un concentrato di vicende storiche eccezionali ed eccezionalmente documentate”.

Marta Santacatterina