Art History: ricerca iconografica
Goffredo di Monmouth*
(Monmouth, Galles 1100 circa – Llandaff 1155 circa.)
Scrittore e cronista medio latino di origine gallese, fu arcidiacono e maestro della scuola cattedrale a Llandaff, e dal 1152 vescovo di Saint-Asaph. Dedicò, nel 1136, a Roberto duca di Gloucester la sua Historia regum Britanniae, in sette libri, che racconta, in una compilazione romanzesca, le leggendarie vicende dei re bretoni (così chiamati da Bruto, preteso pronipote di Enea) fino alla fine del secolo VII. Nucleo centrale dell’opera, ricca di fantasia e di avventure prodigiose, è la figura di re Artù e il suo favoloso regno della prima metà del V secolo, che appare qui per la prima volta, e che fornirà un prezioso spunto per il famoso ciclo delle leggende bretoni. Queste, derivate anche dall’epopea carolingia, racconteranno, appunto, le gesta di re Artù e dei suoi cavalieri, e si diffonderanno nel nord della Francia, in seguito alla traduzione francese dell’Historia a opera di R. Wase, nel 1155. L’opera di Goffredo, che vantava come fonte un misterioso “liber vetustissimus”, fu, in realtà, il frutto di una cultura profonda ma soprattutto di una straordinaria immaginazione creativa, sostenuta da un autentico talento di scrittore. Esistono circa duecento manoscritti, che testimoniano l’enorme successo dell’opera scritta da Goffredo di Monmouth, nonostante molti dei suoi contemporanei lo considerassero un mistificatore.
Scrittore e cronista medio latino di origine gallese, fu arcidiacono e maestro della scuola cattedrale a Llandaff, e dal 1152 vescovo di Saint-Asaph. Dedicò, nel 1136, a Roberto duca di Gloucester la sua Historia regum Britanniae, in sette libri, che racconta, in una compilazione romanzesca, le leggendarie vicende dei re bretoni (così chiamati da Bruto, preteso pronipote di Enea) fino alla fine del secolo VII. Nucleo centrale dell’opera, ricca di fantasia e di avventure prodigiose, è la figura di re Artù e il suo favoloso regno della prima metà del V secolo, che appare qui per la prima volta, e che fornirà un prezioso spunto per il famoso ciclo delle leggende bretoni. Queste, derivate anche dall’epopea carolingia, racconteranno, appunto, le gesta di re Artù e dei suoi cavalieri, e si diffonderanno nel nord della Francia, in seguito alla traduzione francese dell’Historia a opera di R. Wase, nel 1155. L’opera di Goffredo, che vantava come fonte un misterioso “liber vetustissimus”, fu, in realtà, il frutto di una cultura profonda ma soprattutto di una straordinaria immaginazione creativa, sostenuta da un autentico talento di scrittore. Esistono circa duecento manoscritti, che testimoniano l’enorme successo dell’opera scritta da Goffredo di Monmouth, nonostante molti dei suoi contemporanei lo considerassero un mistificatore.