Cardi Gallery: in mostra Mario Ceroli
Mario Ceroli. La meraviglia
Delle sedici opere di Mario Ceroli protagoniste della mostra in corso alla Cardi Gallery a Milano, molte sono state raramente esposte al pubblico. In generale la selezione intende ripercorrere la pratica creativa del noto artista, focalizzandosi sulla produzione degli anni Settanta e Ottanta e spaziando dalla sua ricerca sulla scultura a quella dedicata alle opere da parete. La “meraviglia” evocata nel titolo si manifesta già al piano terra della galleria, dove sono raccolte otto imponenti sculture – sono alte fino a tre metri – della serie Discorsi platonici sulla geometria che Ceroli ha realizzato tra il 1985 e il 1990 utilizzando legno di pino di Russia: si tratta di lavori emblematici della magistrale capacità dell’artista nella lavorazione del legno e nella reinterpretazione delle iconografie classiche in ottica contemporanea. I novelli “Atlanti”, sofferenti e provati dalla fatica, reggono infatti enormi fardelli, dalla sfera al prisma, dal cono alla piramide, creando un gioco di contrasto e allo stesso tempo di dialogo tra la figura umana e quella geometrica. L’osservazione attenta dei corpi rivela infatti una struttura basata su quelle stesse forme che i giganti sono condannati a trasportare e che infine richiamano il piano platonico delle idee da cui deriva il titolo della serie.
Al piano superiore il percorso espositivo raccoglie i quadri di materia prodotti da Ceroli a partire dalla fine degli anni Settanta: le forme e i colori del legno grezzo si uniscono ad arbusti, tronchi e ramoscelli, la cui composizione dà vita a sagome geometriche che conferiscono all’opera tridimensionalità e rivelano una costante cura nella lavorazione dei materiali. Tra gli esempi che i visitatori possono ammirare vi sono La Foresta Analoga, Pier delle Vigne, Prova d’Orchestra e Inferno.
La mostra delinea quindi uno scorcio significativo della ricca produzione di Mario Ceroli, innestandosi in un contesto che, sotto la guida del fondatore della galleria Renato Caroli, dalla fine degli anni Settanta ha sempre manifestato una profonda sensibilità per i linguaggi artistici di quel periodo, come ad esempio l’Arte Povera, della quale Ceroli è importante esponente. L’artista, dopo gli studi all’Istituto d'Arte di Roma - dove ebbe per insegnante, tra gli altri, Leoncillo - si dedicò alla lavorazione della ceramica, per poi scegliere come materiale d’elezione il legno - naturale e, appunto, povero -, non disdegnando di utilizzare anche la terra, il vetro e il ghiaccio e nutrendo le opere di significati concettuali. Ceroli lavorò intensamente anche a degli allestimenti scenografici per il teatro di prosa e musicale e realizzò importanti opere pubbliche, tra cui il celebre Il cavallo della RAI di Saxa Rubra, La casa del Nettuno a Bologna, la chiesa e il teatro a Porto Rotondo, L'uomo di Leonardo Vinci all'Aeroporto di Fiumicino, L'Albero della Vita per il Sestriere.
Marta Santacatterina