Art e Dossier

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L’onda dell’Informale arriva a Lecco

categoria: Grandi Mostre
15 March – 30 June 2024

Informale. La pittura italiana degli anni Cinquanta

Lecco
Palazzo delle Paure

Segno, materia, colore, gesto: sono i pilastri della pittura Informale, una rivoluzione che nel secondo dopoguerra rappresentò una potente alternativa alla figurazione che invece era stata privilegiata dai regimi totalitari. Con l’aprirsi degli anni Cinquanta in Italia si poté quindi assistere all’elaborazione di un nuovo linguaggio che si manifestò in molteplici versioni adottate da altrettanti artisti autonomi, le cui ricerche presentano solo alcuni punti di tangenza comuni, in particolare la spontaneità, l’istinto gestuale, il rifiuto di qualsiasi legge e geometria, l’improvvisazione. 

A Lecco, negli spazi di Palazzo delle Paure, il ciclo espositivo Percorsi nel Novecento dedica ora alla stagione dell’Informale un nuovo progetto che, grazie alla curatela di Simona Bartolena, raduna più di 60 opere di artisti quali Afro, Tancredi, Chighine, Fontana, Moreni, Burri, Morlotti, cui si affiancano altri pittori rappresentativi dell’Italia del XX secolo. 

La mostra, spiega la curatrice, “indaga la scena artistica di un’Europa seduta sulle macerie della propria civiltà, uscita stravolta dal secondo conflitto mondiale e dagli orrori dei governi totalitari. Il futuro sembra solo un’ipotesi priva di concretezza, il presente è nebuloso, effimero, frammentato. Smarrita ogni sicurezza, l’individuo si trova solo con sé stesso, perso nella dimensione immanente dell’esistenza, senza alcuna fiducia nel prossimo”. 

Gli artisti si fecero allora interpreti di una dolorosa e cosciente solitudine e l’Informale fu scelto come risposta a una profonda urgenza espressiva: “A mio avviso – commenta ancora Bartolena – non sono Burri o Fontana i principali esponenti di questo fenomeno, anzi: i due grandi maestri hanno condotto ricerche autonome e uniche, impossibili da ascrivere a una definizione o a una singola tendenza. I veri protagonisti di questa stagione sono ben altri: artisti forse meno noti, ma ben più esemplificativi per comprendere le ragioni di un momento storico. Per questo, oltre ai nomi più celebri, ho voluto proporre opere di autori meno conosciuti, talvolta quasi dimenticati, ma dai linguaggi potenti ed espressivi, che sapranno certo stupire i visitatori”.

Ecco allora che, nella costellazione dell’Informale, Afro, Chighine, Vedova, Burri si distinsero rinnegando la pittura figurativa, in particolare quella impegnata socialmente e politicamente e fermamente sostenuta anche dal nuovo governo; allo stesso tempo si affermarono dei pittori che usavano la materia e il colore come mezzi espressivi liberi e di grande impatto o ancora emergevano autori capaci di reinterpretare la figurazione in forme nuove – ne sono esempi Ennio Morlotti e Mattia Moreni –, senza dimenticare gli esponenti del Realismo esistenziale – Mino Ceretti e Bepi Romagnoni – chiusi nel loro tragico nichilismo. La rassegna allestita a Palazzo delle Paure a Lecco racconta questa generazione di artisti che, dubbiosi sul ruolo pubblico dell’arte, scelsero una strada solitaria e libera, che non prevedeva confronti con gli altri linguaggi né una linea teorica da seguire. Ed è già stata annunciata una seconda “puntata” che, nei mesi seguenti alla chiusura della mostra, indagherà il versante spazialista e nucleare e le tendenze percettive, sperimentali e cinetico-programmate degli anni Sessanta. 

Marta Santacatterina