Art e Dossier

Ad Agrigento un viaggio tra i capolavori identitari delle regioni italiane

categoria: Mostre
19 gennaio – 2 giugno 2025

I Tesori d’Italia – Il ’900 delle Fondazioni. Da Giorgio de Chirico a Lucio Fontana

Agrigento
Villa Aurea – Parco Valle dei Templi

Il palinsesto di eventi compresi nel programma di Agrigento, capitale italiana della Cultura per tutto il 2025, prende il via da una mostra che intende proporre ai visitatori un excursus nell’arte italiana del XX secolo, dal Naturalismo di fine Ottocento a Lucio Fontana. Tutte le venticinque opere esposte a Villa Aurea, nel Parco Valle dei Templi, provengono dalle prestigiose raccolte delle fondazioni bancarie e culturali nazionali e sono state accuratamente selezionate dai curatori Pierluigi Carofano e Anna Ciccarelli sulla base di un principio di appartenenza territoriale, scegliendo quei lavori che vengono generalmente riconosciuti come propri dagli abitanti dei territori italiani, quindi “un artista per ogni regione d’Italia”. Le opere – pressoché sconosciute al pubblico, quindi assai interessanti e da scoprire – afferiscono le principali correnti artistiche che hanno attraversato la Penisola nel XX secolo, con qualche incursione negli ultimi anni del XIX secolo. 

Il piccolo ma prezioso percorso si sviluppa a partire dai linguaggi del Naturalismo e del Verismo, rappresentati di Francesco Michetti (Abruzzo), Antonio Mancini (Lazio), di Vincenzo Gemito (Campania) e di Giuseppe De Nittis (Puglia), per poi toccare il Divisionismo di Giuseppe Pellizza da Volpedo (Piemonte), di Angelo Barabino (Liguria) e di Umberto Boccioni (Calabria). Il Secondo Futurismo è illustrato da Fortunato Depero (Trentino) e Ivo Pannaggi (Marche), mentre le visioni metafisiche sono quelle di Giorgio Morandi (Emilia), Giorgio de Chirico (Italia), Mario Sironi (Sardegna) e Filippo de Pisis (Romagna). Per il Neorealismo si è convocato Renato Guttuso (Sicilia), per il Cubismo Gino Severini (Toscana), mentre l’Arte informale è documentata dalle opere di Emilio Vedova (Veneto), Afro Basaldella (Friuli-Venezia Giulia) e Alberto Burri (Umbria). Chiudono la mostra i focus sullo Spazialismo di Lucio Fontana (Lombardia), sul New Dada di Gino Marotta (Molise) e Francesco Nex (Valle D’Aosta) e sull’Astrattismo di Carla Accardi (Basilicata) la cui opera esposta è inedita.

Grazie a questo racconto, seppur sintetico, risulta quindi chiaro come la storia dell’arte sia anche la storia della stessa Italia, in cui i capolavori identitari regionali, con i loro peculiari linguaggi, si intrecciano fino a costituire un tessuto unitario nel quale affondano le radici culturali dell’intero paese.

Marta Santacatterina