Architetture trasparenti: la mostra in un’architettura barocca
Architetture Trasparenti
Cos’è un confine? Per decenni quello tra Gorizia e Nova Gorica è stato una rigida barriera, un vero e proprio muro che si è infranto nel 2024, grazie all’ingresso della Slovenia nell’Unione Europea, generando una realtà Borderless. Proprio questo termine è l’anima pulsante del programma di GO!2025 Nova Gorica - Gorizia Capitale europea della Cultura. A poca distanza dalle due città, nella splendida Villa Manin di Codroipo, i tre curatori Guido Comis, Linda Carello e Daniele Capra hanno ideato un’esposizione che porta a riflettere sull’idea di confine come limite valicabile, attraversabile con lo sguardo o con il corpo, e lo fa grazie a un percorso giocoso creato da opere d’arte contemporanea: sono infatti state scelti dei lavori capaci di alterare la percezione degli spazi in cui sono presentati, così da renderli incerti e metterli in dubbio, mentre altre opere danno vita a volumi pensati essere attraversati. Fuori dalla villa, nel magnifico parco storico, ulteriori installazioni contraddicono la distinzione fra spazio interno ed esterno, tra i concetti di chiuso e di aperto.
Gli artisti convocati per il progetto Architetture trasparenti, usando diversi materiali e media tra cui il suono, propongono volumi e architetture che da un lato invitano i visitatori non solo all’osservazione ma anche all’interazione e dall’altro lato innescano un dialogo con l’edificio barocco e con il contesto naturale in cui sorge. Le quindici installazioni sono opera di autori storicizzati dell’arte contemporanea come Dan Graham, Robert Irwin, Jesús-Rafael Soto e Giulio Paolini, oltre che di artisti internazionali – Jeppe Hein e Pae White – cui si affiancano degli esponenti dell’arte italiana contemporanea, come Anna Pontel e Matteo Negri. Si aggiungono alcuni artisti meno conosciuti dal pubblico italiano, da Gabriel Dawe a Janusz Grünspek e allo studio Inside Outside, la cui opera si colloca fra arte, architettura e design. Una mostra, quindi, da attraversare e da vivere, perdendosi tra luci, suoni e geometrie effimere, in ambienti che cambiano e si trasformano a ogni passo offrendo non solo un’esperienza estetica, ma anche ludica ed esperienziale.
Marta Santacatterina