Made in Japan: arte, cultura e leggende giapponesi
Made in Japan. Arte, storie e segreti di una civiltà millenaria
Francesco Morena
Giunti Editore, Firenze 2025
pp. 240, € 29
Un viaggio cronologico nel passato e nella cultura del Giappone attende i lettori di Made in Japan. Arte, storie e segreti di una civiltà millenaria, il libro di Francesco Morena recentemente pubblicato da Giunti Editori. Studioso specializzato in arte dell’Asia orientale, l’autore suddivide la propria ricognizione in venti capitoli illustrati, rivolgendosi non soltanto a un pubblico di esperti, ma anche a quanti desiderano avvicinarsi per la prima volta al contesto nipponico. Progettato originariamente per offrire, come spiega Morena nell’introduzione, “un serie di ‘pillole’ e non un resoconto organico dell’evoluzione di questa straordinaria civiltà”, il volume custodisce una sintesi delle vicende e dei protagonisti che hanno contribuito a formare l’identità culturale del Paese del Sol Levante e un patrimonio di tecniche, tradizioni e stili dal quale il presente non smette di attingere – “tra i tanti, c’è un aspetto della cultura giapponese che mi ha sempre affascinato: il profondo legame che chiaro si percepisce tra il contemporaneo e il passato”, scrive Morena.
Seguendo la linea del tempo, l’autore mette in fila volti, fatti realmente accaduti, guerre, innovazioni creative e fantasmi, indagando i riflessi della storia nelle opere realizzate da artisti appartenenti a epoche diverse e nell’interesse che generarono. Si va, dunque, dal misterioso dogū in argilla ritrovato a Kamegaoka nel 1886, e datato fra il 1000 e il 300 a.C., al Romanzo del Principe splendente (Genji monogatari), redatto intorno all’anno Mille dalla scrittrice Murasaki Shikibu, a riprova del ruolo giocato dalle donne nel periodo Heian, “durante il quale le arti fiorirono come mai prima, divenendo nei secoli successivi paradigma della civiltà dell’arcipelago”. Ma l’epopea artistica del Giappone è costellata di personaggi che ne determinarono gli esiti: se nel Quattrocento Sesshū Tōyō dipinge il cosiddetto Rotolo lungo, assegnando una nuova interpretazione al tema del paesaggio ereditato dalla tradizione cinese, nel secolo successivo Hasegawa Tōhaku riesce a evocare un’atmosfera nebbiosa, senza tuttavia rappresentarla, nella celebre coppia di paraventi con Pini nella bruma.
Realtà e leggenda si mescolano quando si parla del samurai Miyamoto Musashi, definito da Morena “il più grande spadaccino della storia giapponese”, nonché autore, nel 1645, de Il libro dei cinque anelli (Gorin no sho) e di interventi calligrafici e pittorici, mentre il periodo Edo fece da sfondo a un “‘rinascimento’ dello stile tradizionale” e all’emergere “di un movimento che sarebbe in seguito stato conosciuto con il nome di Rinpa” grazie alla collaborazione fra gli artisti Hon’ami Kōetsu e Sōtatsu. Non mancano i capitoli dedicati a Utamaro, Katsushika Hokusai e Hiroshige – simboli indiscussi dell’arte nipponica –, né un focus sulla “meteora” Tōshūsai Sharaku, la cui firma “compare su circa centocinquanta stampe pubblicate fra il 1794 e il 1795”, unica parentesi temporale in cui si colloca l’attività del misterioso artista.
Il volume si conclude con un affondo nell’immaginario degli yōkai – “esseri partoriti ab antiquo dalla più recondita fantasia del popolo giapponese, ognuno con i suoi specifici talenti malefici”, e fonte di ispirazione per gli artisti di ieri e per i manga di oggi ‒ e con una breve ricognizione della vicenda umana e professionale di Yayoi Kusama, che con caparbietà e tenacia è riuscita a far conoscere la propria arte al di fuori del Giappone, diventando la star che tutti conosciamo.
Arianna Testino