Classicità e Surrealismo: la fotografia di Hoyningen-Huene tra moda e innovazione
GEORGE HOYNINGEN-HUENE. ART.FASHION.CINEMA
Nato a San Pietroburgo nel 1900 da un’altolocata signora americana e un barone estone, George Hoyningen-Huene fu costretto a fuggire a Londra con la sua famiglia dopo la rivoluzione d’ottobre, per raggiungere quindi Parigi nel 1920 ed entrare così a far parte della cerchia ristretta di Man Ray. Collaborò direttamente con il maestro del Surrealismo e frequentò altri esponenti di spicco di quello scenario culturale come Salvador Dalì, Lee Miller, Pablo Picasso, Paul Eluard e Jean Cocteau. A 125 anni dalla nascita, approda a Roma, dopo aver conquistato i visitatori di Milano, un’esposizione sul pioniere della fotografia di moda: nel Museo di Roma a Palazzo Braschi oltre 100 fotografie – compresi alcuni scatti degli artisti surrealisti già citati – delineano un percorso nella carriera di Hoyningen-Huene e restituiscono il suo stile elegante e sobrio, enfatizzato anche dalla scelta della stampa al platino, una tecnica che rivela il suo approccio sempre innovativo.
La curatrice Susanna Brown ha scelto di organizzare la mostra sulla base di dieci sezioni tematiche introdotte da un focus su esemplari annotati a mano e arricchiti da dati per le catalogazioni. Il vivace clima culturale della Ville Lumière è testimoniato da fotografie che hanno per soggetti i Ballets Russes di Diaghilev, oltre alle danze di Serge Lifar e Olga Spessivtzeva con i costumi disegnati da Giorgio de Chirico, o a Josephine Baker e Jean Barry che ballano al ritmo del jazz. Ci si immerge quindi nella moda del tempo - dal 1926 al 1936 Huene fu anche capo fotografo di Vogue Francia -, nell’indagine sul corpo ideale, nella fascinazione per le proporzioni classiche e le pose scultoree e nell’interpretazione originale del nudo maschile. Nel 1936 il fotografo si trasferì a New York per dirigere la redazione di Harper’s Bazaar e il percorso prosegue attraverso le sezioni dedicati ai viaggi del protagonista, ai ritratti di divi del cinema - Ingrid Bergman, Charlie Chaplin, Greta Garbo, Ava Gardner, Katharine Hepburn - e di personaggi celebri – su tutti, Jean Cocteau -, alle ispirazioni Surrealiste che gli consentivano di manipolare la realtà e di restituire atmosfere sospese e oniriche. Non si tralasciano in mostra i documentari realizzati da Hoyningen-Huene tra il 1946 e il 1950 e la sua attività di costumista.
“Un genio, il maestro di tutti noi”: così Richard Avedon definì George Hoyningen-Huene, un fotografo straordinario che, grazie a una costante tensione verso le novità, praticò una fotografia capace di combinare l’arte classica con il Surrealismo.
Marta Santacatterina