Francesco Maria Preti e il cenacolo intellettuale a Castelfranco Veneto
Studiosi e libertini. Il Settecento nella città di Giorgione. Francesco Maria Preti
Castelfranco Veneto, deliziosa cittadina murata e importante crocevia commerciale e culturale nella Terraferma veneziana, visse due epoche di intenso splendore. Dopo quella che vide protagonista Giorgione, nel XVIII secolo vi ebbe sede un cenacolo intellettuale a cui partecipava l’illuminato architetto Francesco Maria Preti, esperto progettista di alcuni edifici del centro storico di Castelfranco come il Teatro Accademico, nonché di Villa Pisani a Stra, di varie chiese e di altri interventi innovativi in tutto il Veneto. In occasione dei 250 anni dalla sua morte, il borgo omaggia l’erudito e architetto “per diletto” con una mostra allestita su tre sedi e che ricostruisce l’atmosfera di quell’età florida che precedette il tracollo della Serenissima. Dipinti, disegni e sculture, documenti storici, ceramiche e argenti, strumenti musicali, oggetti liturgici, arredi e abiti riflettono la vita sociale e le riflessioni intellettuali di quell’élite di provincia – di cui facevano parte anche Giovanni Rizzetti, il matematico Jacopo Riccati e i figli Vincenzo e Giordano -, i loro incarichi ufficiali e i piaceri, gli studi e il tempo libero, le innovazioni tecnico-scientifiche che cominciavano allora a diffondersi, oltre alle mode e ai momenti di frivolezza.
La prima sede è costituita dall’ingresso del Teatro Accademico di Castelfranco, dove intere pareti ricoperte di specchi rifrangono e moltiplicano, in una visione incantata, i progetti di Preti, da quello relativo al duomo all’ideazione del “palazzo a nove cortili”, unità di base di una nuova struttura della società che anticipa di mezzo secolo le proposte di primo ’800.
Al Museo Casa Giorgione si approfondiscono le teorie di Rizzetti sulla percezione del colore, e il pensiero va anche al pittore più celebre di Castelfranco, autore peraltro del fregio delle arti liberali e meccaniche che decora una delle sale del museo e a cui si collegano gli studi di aritmetica, geometria e astronomia di Jacopo Riccati e del figlio Vincenzo, oltre alle ricerche di matematica e medicina di Giordano Riccati (virtuoso di violino e clavicembalo, attratto da problemi di acustica e teoria musicale) e di Antonio Galletti, interessato alla musicoterapia. Tra le altre sezioni destano curiosità quelle dedicate al sistema postale del tempo, al collezionismo a Castelfranco (con un focus sulla raccolta canoviana di gessi di Francesco Barbisan), al gusto e al lusso degli oggetti liturgici e infine alla discussione “sulla miglior forma da darsi ai teatri”, che si registra a Castelfranco a metà Settecento, quando Francesco Maria Preti stava iniziando la progettazione del Teatro Accademico.
Nei magnifici ambienti di Palazzo Soranzo Novello si rievocano infine le mode, i gusti e la vita domestica e sociale della cittadina grazie ad arredi, ceramiche, argenti, vetri di Murano, e poi abiti e accessori, ritratti, dipinti di grandi artisti del Settecento. Si rievoca anche lo studio di Preti, con lo scrittoio, le opere dei migliori vedutisti di Terraferma, la collezione di occhiali e il suo progetto per il complesso “al Paradiso” della famiglia Corner. E non manca la musica, con raffinati strumenti d’epoca a testimonianza di una passione che si esprimeva nelle serate di agi a cui partecipavano questi studiosi e libertini.