Geometria e poesia fra Como a Milano. M77 Gallery racconta l’astrattismo delicato di Carla Badiali
Carla Badiali - Geometria e poesia
Una fontana “dimenticata” accoglie turisti e pendolari alle porte di Como. Realizzata nel 1936 dall'architetto Cesare Cattaneo e dal pittore Mario Radice, la Fontana di Camerlata è simbolo del movimento astrattista comasco, strettamente legato al futurismo monumentale di Sant'Elia e al razionalismo severo di Giuseppe Terragni. Fino al 15 marzo, la galleria M77 ospita a Milano il progetto Geometria e poesia, ampia retrospettiva che conduce alla riscoperta di Carla Badiali (Novedrate, 1907 - Como, 1992), artista delicata e colta che fu protagonista poliedrica della corrente lariana di pura pittura e geometrie definite.
La mostra, organizzata in collaborazione con gli eredi dell’artista e realizzata a cura di Luigi Cavadini, ripercorre sei decenni di attività della Badiali, dalla prima metà degli anni Venti fino alla fine degli anni Ottanta, attraverso oltre cinquanta opere che ben illustrano una ricerca estetica che, dagli esordi figurativi, conduce fino al cuore critico del Gruppo Como. Quella della Badiali è una pittura elegante che predilige toni chiari e diffusi, un astrattismo delicato che mantiene quiete e stabilità anche negli accenti più forti, evidenziando un fare che si apre all’astrazione francese nella sua concezione lirica e nel suo rapporto verso una componente sonora diversissima da quella futurista.
Se le opere degli astrattisti comaschi trovano un momento di matura evidenza internazionale grazie allo stretto rapporto con Marinetti, che portò alla realizzazione di una sala dedicata al movimento in occasione della Biennale di Venezia del 1942, è con la partecipazione alla Biennale del 1966 che Carla Badiali mette in evidenzia il superamento delle avanguardie prebelliche verso una evoluzione autonoma della sua ricerca estetica, dove il collage supera il disegno come medium di costruzione del pensiero e delle opere. Tra le poche artiste italiane che possono essere inserite in quella che Lea Vergine definì “l’altra metà dell’avanguardia”, Carla Badiali è riscoperta attraverso una mostra ordinata, avvolgente e completa, che ripercorre tutte le tappe della sua vicenda estetica. Un percorso critico che immerge l’artista nel contesto culturale in cui si è sviluppata grazie a un rapido excursus dedicato all’astrattismo comasco, movimento poco noto ma di grande rilevanza culturale per la storia dell’arte, non solo nazionale.
Marco Roberto Marelli