Il mito di Banksy inaugura CAMBIO, nuovo polo culturale a Castelfiorentino
Banksy. Nascita di un mito
Tira aria di novità a Castelfiorentino, dove ha aperto i battenti CAMBIO Centro Culturale, il nuovo spazio multifunzionale per le arti e la cultura promosso da Banca Cambiano 1884 ed Ente Cambiano in occasione del loro 140esimo anniversario e inaugurato nell’edificio ottocentesco che un tempo ospitava il Cinema Puccini. Duemila metri quadrati – ripartiti su quattro piani – accolgono una selezione di 46 opere appartenenti alla Collezione d'arte di Banca Cambiano 1884 – la quale include mille capolavori realizzati da artisti toscani e non lungo un arco temporale che va dal Duecento ai giorni nostri ‒ e ambienti progettati per ospitare mostre temporanee.
A dare il via al programma espositivo di CAMBIO è un’indiscussa icona contemporanea, protagonista di Banksy. Nascita di un mito, la rassegna prodotta da Opera Laboratori e curata da Stefano Antonelli e Gianluca Marziani. Oltre cento opere e documenti – supervisionati, verificati per accuratezza e autenticità e approvati per conto di Banksy da Pest Control Office ltd, l’ufficio che gestisce le pratiche burocratiche per l’artista – sintetizzano la parabola creativa del misterioso street artist britannico noto in tutto il mondo pur conservando il proprio anonimato. Fenomeno globale e mito dell’epoca recente, Banksy ha regalato nuova linfa alla produzione “dal basso”, agendo nel contesto urbano e veicolando, attraverso interventi di grande impatto visivo, messaggi e tematiche a impronta politica e sociale.
La mostra di Castelfiorentino ricostruisce il percorso dell’artista dal 1998 al 2009, nonché le ragioni e i confini del “mito” di Banksy, riunendo circa trenta serigrafie originali – fra cui La ragazza col palloncino e Il lanciatore di fiori –, memorabilia, mappe infografiche, documenti fotografici e diciotto video, datati 1995-2009, che evidenziano l’abilità di Banksy dietro la macchina da presa, come attestato dalla nomination agli Oscar nel 2010 con il lungometraggio Exit Through the Gift Shop.
Ricorrendo allo stencil e a modalità di intervento che fanno leva sulla velocità e sull’effetto sorpresa, Banksy ha ribaltato le logiche della produzione artistica contemporanea, diventando una sorta di figura mitologica inafferrabile, senza tuttavia perdere il contatto con le urgenze del presente. Sono emblematiche, in tal senso, le parole dei curatori Antonelli e Marziani, che spiegano: “Lo stencil si propone come strumento politico in una guerriglia urbana che vede gli artisti nel ruolo di detonatori estetici, ghost dog che operano sui bordi ma conoscono bene i centri. Stencil inteso come griglia predefinita e concettuale che Banksy ha trasformato in un subwoofer di risonanza globale. Un basso planetario che tatua il muro per farlo riprodurre, da chiunque e ovunque, in formato virtuale e pixelato, dentro la vera stampante del nuovo millennio, ovvero, i nostri smartphone che non consumano carta e mandano Walter Benjamin in pieno cortocircuito filosofico”.
Arianna Testino