Una mostra a Firenze sulla riscoperta di Caravaggio e del Seicento italiano
Caravaggio e il Novecento. Roberto Longhi, Anna Banti
Caravaggio è indubbiamente il grande protagonista della stagione espositiva primaverile grazie alla mostra che, a Roma, consente di osservare da vicino, tutte assieme, ventiquattro sue opere. Oggi però amiamo intensamente Caravaggio perché alla metà del secolo scorso uno storico dell’arte italiano ha fatto riemergere dall’oblio questo artista che aveva ottenuto un grande successo mentre era in vita e nei decenni successivi – tanto da aver ispirato innumerevoli pittori “caravaggisti” – ma che in seguito venne pressoché dimenticato. Fu infatti Roberto Longhi a riaccendere i fari sull’opera di Michelangelo Merisi con un’operazione di studio e ricerca culminato nella mostra allestita a palazzo Reale di Milano nel 1951 e che venne visitata da ben 400 mila persone.
Nella splendida villa Bardini di Firenze viene oggi proposto un affascinante viaggio dedicato a Longhi e ad Anna Banti che fu scrittrice e traduttrice e che, come lo studioso, si dedicò alla riscoperta del Seicento: sotto il nome de plume di Lucia Lopresti scrisse infatti, tra le altre cose, un romanzo modernista su Artemisia Gentileschi, contribuendo così a fondare il mito di questa pittrice. Attorno alla coppia – i due si sposarono nel 1924 – si riunì negli anni un cenacolo di artisti e intellettuali che plasmò il Novecento italiano e non solo: erano amici di Longhi e Banti letterati e scrittori come Ungaretti, Bassani, Pratolini, Gadda, Pasolini, e gli artisti o de Pisis, Guttuso, Mafai, Morandi, e tanti altri.
Gli ambienti della villa, grazie alla curatela di Cristina Acidini e Claudio Paolini, si arricchiscono quindi capolavori quali Ragazzo morso da un ramarro di Caravaggio, gli Apostoli di Jusepe de Ribera e un’emozionante sequenza di dieci dipinti di Giorgio Morandi che l’artista bolognese regalò a Longhi e alla fortunata padrona di casa. Si aggiungono quaranta opere, tra disegni e acquarelli, oltre a nuclei significativi di fotografie e di documenti d’archivio con cui viene ricostruito quel contesto di intellettuali illuminati che ha rivoluzionato la storia dell’arte italiana.
A documentare la spiccata capacità divulgativa di Longhi, vengono proiettati anche due documentari, rispettivamente su Carpaccio e su Carrà; per la coppia infatti, la storia dell’arte doveva farsi racconto sociale, infrangendo i confinati che la relegavano tra gli addetti ai lavori. Il percorso espositivo prevede infine una Silent Room dove poter riposare gli occhi e la mente dopo essere stati travolti dalle suggestioni e dagli stimoli offerti nelle dodici sale della villa, e ovviamente si può passeggiare nel magnifico parco storico dove si incontrano essenze monumentali come il colossale glicine, tra i più antichi del continente.
Grazie alla collaborazione tra la Fondazione CR Firenze e la Fondazione Roberto Longhi il progetto intende celebrare il ruolo centrale di Longhi e Banti nella cultura del Novecento e la fitta rete di rapporti tra le maggiori personalità della cultura italiana del Novecento.
Marta Santacatterina