COSTELLAZIONE.1
Una mostra originale, unica nel suo genere, si tiene a Roma a pochi passi da piazza del Popolo, alla Casa di Goethe in via del Corso 18 (fino al 12 marzo 2017) ma prevede simboliche diramazioni in diversi luoghi della capitale. L’evento, curato da Giuseppe Garrera, musicologo, storico dell’arte, collezionista, in collaborazione con Maria Gazzetti, direttrice della Casa di Goethe, costituisce la prima puntata di un ciclo che prevede un’esposizione all’anno nel corso di un trienno. Il progetto, dedicato idealmente al grande filosofo e intellettuale tedesco Walter Benjamin (scomparso nel 1940), vuole mettere in rilievo una serie di insospettabili e inediti ritrovamenti legati a storie e tesori tedeschi rinvenuti a Roma dall’infaticabile Garrera. La brutta notizia che ci comunica indirettamente la rassegna è che accade sempre più di frequente che mercatini, bancarelle, rivenditori abbondino di documenti preziosi (lettere, disegni, libri, frammenti di vita, libri) di cui le famiglie si disfano senza oltretutto guadagnarci un granché, che se non vengono venduti in giornata vanno al macero. La bella notizia è che l’ineffabile Garrera è riuscito a recuperare, alzandosi all’alba, nei mercatini di Porta Portese, nelle bancarelle degli zingari di Piazzale Ostiense e dai rigattieri di Conca d’Oro, straordinarie testimonianze. Una xilografia di Dürer pagata tre euro e stimata cinquemila, una litografia di Francis Bacon comprata a un euro e valutata tremila, una lettera di Montale a Giovanni Macchia in cui il poeta chiede allo studioso una prefazione per le sue Occasioni del 1939, e inoltre rare edizioni con incisioni di Manet e Renoir. All’ingresso della mostra, una mappa segnala i luoghi in cui è avvenuto il fortunato (e anche sapiente) ritrovamento di questi documenti, che nella fattispecie raccontano la vita di tre illustri tedeschi a Roma: Reinhard Dhorn, Ernst Stadelmann e Ernst Bernhard.
Gloria Fossi