Art e Dossier

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Dare corpo al suono: l’intervento di Massimo Bartolini per il Padiglione Italia alla Biennale di Venezia

categoria: Eventi
20 April – 24 November 2024
Venezia
Padiglione Italia. 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia

Chiama in causa il corpo dello spettatore e del suono l’intervento di Massimo Bartolini negli ambienti del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2024. Entrare in relazione con Due qui / To Hear significa aguzzare i sensi e il pensiero, accettando l’invito dell’artista a prestare ascolto. 

Il primo impulso sonoro è emesso dal titolo: le espressioni “Due qui” e “To Hear” ricombinano le logiche linguistiche e grammaticali in un mosaico di assonanze, dove le lettere si trasformano e le sonorità vincono. Occhi, orecchie e muscoli si avventurano quindi negli spazi del padiglione, “ai quali” ‒ dichiara il curatore Luca Cerizza fra le pagine della guida cartacea ‒ “non è stata apportata nessuna aggiunta strutturale né alcuna forma di ‘display’ ‒, incontrando le pareti della Tesa, colorate di verde e viola. Associate dal compositore Alexander Scriabin nel 1911 rispettivamente alle tonalità La e La bemolle, queste due tinte sembrano vegliare silenziosamente sulla statuetta in bronzo che raffigura un Pensive Bodhisattva, collocato all’inizio di una colonna di venticinque metri appoggiata a terra. Aguzzando ancora una volta occhi e orecchie, se ne individua il contenuto: una canna d’organo che svela la sua presenza nell’attimo in cui il suono diventa palpabile, quasi materico, espandendosi e guidando il movimento di chi ascolta verso la seconda Tesa.

Qui il corpo dello spettatore e quello del suono sembrano rincorrersi fra le impalcature di tubi innocenti che compongono Due qui. Percorribile in varie direzioni come un labirinto poroso, la struttura – disegnata da Bartolini ispirandosi a un ipotetico giardino barocco all’italiana ‒ “suona” il canone in La bemolle creato da Caterina BarbieriKali Malone, giovani talenti del filone elettronico e sperimentale. Le due melodie in loop sono incise su altrettanti rulli a motore presenti nella stanza che entrano in azione all’unisono. Il risultato è un’impalcatura sonora al cui centro si trova Conveyance, una scultura circolare utilizzabile per sedersi, al cui interno guizza senza sosta – verso l’alto e verso il basso – un’onda acquatica simile a quella causata da uno tsunami. Colori, tonalità, la posa meditativa del Bodhisattva – “un uomo il quale”, spiega Bartolini, “avendo raggiunto l’illuminazione, vi rinuncia volontariamente per indicare la via agli altri uomini” ‒, il La bemolle che risuona fra i tubi innocenti, la scultura che accoglie chi desidera fermarsi e che racchiude un’onda ipnotica: ogni elemento dell’opera di Bartolini è collegato al precedente e al successivo lungo traiettorie percorribili in entrambe le direzioni e inscritte nel solco che divide silenzio e suono, riflessione e movimento, spiritualità e corpo. 

L’ultimo impulso sonoro e visivo si irradia dal Giardino delle Vergini, oltre la soglia della seconda Tesa. Il coro per tre voci, campane e vibrafono realizzato dal musicista britannico Gavin Bryars e dal figlio Yuri e Audience for a Tree – l’installazione di Bartolini che evoca un cerchio di persone attorno a un albero ‒ rinsaldano il legame tra corpo umano e corpo naturale, usando nuovamente il suono come strumento di concretezza e, al contempo, di smaterializzazione. Questo legame innerva anche i testi di Tiziano Scarpa e Nicoletta Costa, protagonisti delle performance che saranno accolte da Audience for a Tree nell’ambito del public program. Da sempre interessato a esplorare i punti di contatto fra i diversi linguaggi artistici, Bartolini installa nel Padiglione Italia un meccanismo di precisione, che riempie di sostanza il suono e cancella il rumore di fondo nel quale ogni giorno i nostri occhi, orecchie e muscoli rimangono impigliati.

Arianna Testino