Art e Dossier

Il riverbero lungo cinque secoli creato dall’arte rivoluzionaria di Piero della Francesca è raccontato dall’esposizione che Forlì dedica all’artista che venne definito da Luca Pacioli «il monarca della pittura» (Piero della Francesca. Indagine su un mito, Musei San Domenico, piazza Guido da Montefeltro, telefono 199-151134, orario 9.30-19, sabato e domenica 9.30-20, chiuso lunedì, www.mostrapierodellafrancesca.com; fino al 26 giugno). Sono tracciati nnon solo i momenti salienti della sua attività, dalla formazione – con l’importanza che pittori come Paolo Uccello, Andrea del Castagno, Domenico Veneziano e Beato Angelico ebbero su di lui – alla piena maturità, ma anche l’influenza che egli esercitò sugli artisti successivi, fra cui Giovanni Bellini e Antonello da Messina. Una particolare attenzione è rivolta inoltre alla nascita in epoca contemporanea del mito di Piero, testimoniato non solo dai numerosi scritti a lui dedicati da Bernard Berenson, Roberto Longhi o Roger Fry, ma anche dalle opere di molti artisti attratti dal rigore formale, dalla purezza geometrica e dalla sua pittura rarefatta, sospesa e arcana. Così, echi pierfrancescani sono riscontrabili nelle opere di Seurat, Signac, Degas, Cézanne, Balthus e Hopper e degli italiani Carrà, Donghi, de Chirico, Morandi, Sironi. La mostra, che si apre con il suggestivo confronto tra la Madonna della misericordia di Piero e la Silvana Cenni di Felice Casorati, è curata da Antonio Paolucci, Daniele Benati, Frank Dabell, Fernando Mazzocca e Paola Refice.