Art e Dossier

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A Fotografia Europea 2024 la prima retrospettiva italiana di Susan Meiselas

categoria: Grandi Mostre
26 April – 9 June 2024

Mediations

Reggio Emilia
Palazzo Magnani

Sbarca a Reggio Emilia, in occasione della XIX edizione di Fotografia Europea, la prima retrospettiva in Italia di Susan Meiselas, Mediations, un viaggio emotivo e puntuale lungo tutta la carriera della fotografa americana targata Magnum. 
Il percorso espositivo a Palazzo Magnani inizia con il primo lavoro di Meiselas, 44 Irving Street (1971), in cui la dimensione privata della narrazione si interseca già con quelli che poi sarebbero diventati i caposaldi del suo pensiero visivo: la rappresentazione del tempo e un concetto di “immagine” non semplicemente limitato alla bidimensionalità fotografica, ma che coinvolge anche audio e testo scritto. Per il suo primo lavoro, esposto come bandiera d’inizio della mostra, infatti, Susan Meiselas aveva ritratto i suoi vicini di stanza all’interno del pensionato dove viveva da studentessa dell’Harvard Graduate School of Education, a Cambridge, nel Massachusetts, includendo, poi, in seconda battuta, anche degli apparati testuali, scritti dai soggetti stessi delle immagini, con i quali esprimevano le loro sensazioni in riferimento alla loro rappresentazione. 
Meiselas, nella sua intera progettualità, è sempre stata fautrice di una doppia narrazione, quella relativa alla storia che sta seguendo, al suo racconto visivo, e quella relativa, invece, ad un linguaggio creativo che produce immagini ipertestuali. Proseguendo nella visione della retrospettiva, si rendono emblema del suo modus operandi due lavori specifici, nati, non propriamente in contemporanea, ma molto ravvicinati uno all’altro: Carnival Strippers (1972-1975) e Prince Street Girls (1975-1992). Per entrambi i lavori, come anche per quelli che sarebbero venuti poi, Meiselas entra nella vita dei suoi soggetti, cerca di restituirne la complessità, usando sia la progressione temporale, sia una modalità narrativa circolare, non solo bidimensionale. Mentre in Prince Street Girls è il tempo a rendersi soggetto delle sue immagini, insieme alle ragazzine di Little Italy che la fotografa accompagna visivamente dalla loro adolescenza al loro diventare adulte; invece, la visione di Carnival Strippers, come mostra, arricchisce la comprensione del progetto, perché oltre alle immagini del dietro le quinte degli spettacoli di alcune spogliarelliste che si esibivano nel New England a metà degli anni Settanta, risuona nelle stanze di Palazzo Magnani anche la loro voce, quella degli spettatori, e di tutti coloro che circumnavigavano il mondo di queste ragazze che Meiselas aveva imparato a conoscere progressivamente. 
La fotografa Magnum elabora, nei suoi lavori, inoltre, la natura dell’immagine e il suo utilizzo, e la sezione di Mediations relativa al suo reportage del conflitto in Nicaragua, a fine anni Settanta, è un evidente manifesto di questa sua peculiarità. Ad essere in mostra, infatti, oltre alle immagini del progetto, anche il modo in cui esse sono state, poi, diffuse dai media, dal mondo del merchandising, come sono state selezionate nel mare magnum dei provini a contatto, in un viaggio a ritroso in cui l’iconicità dell’immagine viene sminuzzata e resa evidente in tutti i suoi step di significato. Mediations è una mostra immersiva, che restituisce pienamente e generosamente la complessità del pensiero di una fotografa che ha sempre lavorato in virtù di un concetto di rappresentazione che va oltre la dimensione fotografica. 

Francesca Orsi