Il guerriero di Henry Moore conquista il suo posto
Nel maggio del 1972 al Forte di Belvedere di Firenze inaugurò una grande mostra dedicata a Henry Moore. L’artista, a chiusura dell’esposizione, decise di donare una sua opera alla città e scelse la scultura in bronzo intitolata Guerriero con scudo, realizzata nel 1953-1954, esprimendo il desiderio che venisse collocata nella Loggia di Saturno di Palazzo Vecchio. La richiesta tuttavia non venne soddisfatta e Moore, giustamente, pretese la restituzione dell’opera. Oggi il grande bronzo finalmente dimora nel luogo a cui fu destinato più di cinquant’anni fa grazie a una virtuosa collaborazione tra le istituzioni fiorentine e il British Institute of Florence, che ne è proprietario.
La scultura evoca la figura mutila di un guerriero ed è evidente come l’artista britannico si sia ispirato a Michelangelo, ricorrendo anche alla tecnica del non finito e alla nozione di frammento. La nuova collocazione pone il lavoro di Henry Moore in dialogo intenso e ravvicinato – proprio quello immaginato dall’autore - con i capolavori custoditi all’interno del Palazzo, nonché con il magnifico territorio che lo circonda. Dal loggiato, infatti, il panorama si apre su Santa Croce, San Niccolò, Piazzale Michelangelo, Forte di Belvedere e la collina di San Miniato.
“È stato un lungo viaggio quello di Henry Moore, iniziato nel 1970 – ha dichiarato Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento –. La sua apparizione al Forte Belvedere ha cambiato radicalmente il rapporto tra il mondo culturale fiorentino e l’arte moderna contemporanea. La scultura di Henry Moore è stata un ‘dolce shock’ perché ha fatto cadere molte resistenze e perplessità con il suo linguaggio assolutamente all’avanguardia eppure classico, direi anzi neoumanistico. Inoltre, ai più accorti, ha fatto capire il forte legame dell’arte del Novecento con il mondo arcaico e primordiale. Infine, le sue ricercate forme non sono vuote di significato perché tendono sempre a rappresentare il mistero della natura e la grandezza drammatica della storia e dell’esistenza umana”.
Vale la pena ripercorrere brevemente la vicenda del Guerriero con scudo: l’opera tornò a Firenze nel 1974 e, per l’impossibilità di posizionarla nella Terrazza di Saturno, venne ‘provvisoriamente’ presentata nel terzo cortile del Palazzo, all’aperto, mettendo così a rischio conservazione dell’opera, ideata per un’esposizione al coperto. Dopo un decennio Moore poté constatare, grazie a una fotografia di David Finn, che la scultura giaceva ‘abbandonata’ nel cortile di Palazzo Vecchio e che i fiorentini l’avevano soprannominata “monumento al monco”. L’ovvia reazione fu la richiesta di restituzione dello sventurato bronzo, suscitando un altrettanto ovvio scalpore. Henry Moore morì nel 1986 e poco tempo dopo gli eredi donarono il Guerriero al British Institute of Florence che lo riportò nella città medicea: mediante un accordo di comodato d’uso, ne concesse l’esposizione nel primo chiostro del complesso monumentale di Santa Croce, presso le “urne dei forti”, dove rimase fino al 2021. Quell’anno, in occasione di uno dei progetti intitolati Relocated di Sergio Risaliti, la scultura fu temporaneamente esposta nella sala di Leone X di Palazzo Vecchio, per poi essere sottoposta a un articolato intervento di restauro realizzato dall’Opificio delle Pietre Dure. Oggi sogno di Henry Moore finalmente si è avverato.
Marta Santaccaterina