Art e Dossier

Il Poema della vita umana di Sartorio è ora esposto a Venezia

categoria: Grandi Mostre
16 May – 28 September 2025

Giulio Aristide Sartorio. Il poema della vita umana

Venezia
Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna

Nel 1906 Antonio Fradeletto, l’allora segretario generale della Biennale di Venezia, propose a Giulio Aristide Sartorio di realizzare un grande ciclo decorativo da destinare al Salone centrale dell’Esposizione internazionale dell’anno successivo e che illustrasse il tema Poema della vita umana. L’artista, che aveva già esposto le sue opere alla prima edizione della Biennale – diventandone poi assiduo partecipante nonché collaboratore – era membro dell’associazione “In Arte Libertas” e frequentatore del Caffè Greco a Roma, ma era soprattutto un riferimento ineludibile per il nascente Simbolismo italiano. L’impresa affidatagli non era da poco: si trattava di dipingere un’opera monumentale, estesa su circa duecentotrenta metri quadrati, in soli nove mesi, e per riuscirvi Sartorio adottò una tecnica piuttosto rapida, giocata tutta su toni monocromatici: “Ho usato una miscela di cera, acquaragia e olio di papavero”. Per l’iconografia invece si ispirò alla mitologia antica, creando una sintesi tra mondo mediterraneo e cultura nordica che fu approvata anche da Gabriele d’Annunzio. Nelle quattro scene principali l’artista romano dipinse quindi le allegorie della Luce, delle Tenebre, dell’Amore e della Morte, mentre dedicò i dieci teleri verticali alla Grazia e all’Arte, sorrette dall’energia virile; tra i due estremi collocò infine le Tenebre e la divergenza tra le figure di Eros e Himeros, il buono e il cattivo amore. Il vasto ciclo, caratterizzato da un eccezionale dispiegamento di figure in movimento, propone così una visione drammatica dell’esistenza umana, dalla nascita fino alla morte e rimase in situ non solo per l’edizione del 1907 della Biennale, ma anche per la successiva, per poi approdare alla Galleria Internazionale d’Arte Moderna nel 1909 grazie alla donazione del re Vittorio Emanuele III.

Oggi il museo di Ca’ Pesaro espone di nuovo questi dipinti, che sono stati recentemente studiati e restaurati, e li mette in dialogo con il contesto da cui presero forma: i curatori Elisabetta Barisoni e Matteo Piccolo hanno infatti selezionato una serie di documenti provenienti da diversi archivi e altre opere nazionali e straniere esposte alle Biennali negli stessi anni e pervenute contestualmente nelle collezioni permanenti della Galleria. Si affianca inoltre la documentazione del restauro, così da restituire uno sguardo completo e approfondito su splendida pagina della pittura italiana all’inizio del XX secolo.

Marta Santacatterina