Art e Dossier

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L’astrattismo e il Bauhaus secondo Otto Hofmann in mostra a Lucca

categoria: Grandi Mostre
3 May – 14 July 2024

Otto Hofmann artista europeo. Dal Bauhaus all’Italia

Lucca
Fondazione Ragghianti

A circa quindici anni dall’ultima mostra italiana dedicata alla sua arte, Otto Hofmann torna protagonista nel nostro Paese con una monografica che ne ripercorre la carriera, includendo numerose opere inedite. Otto Hofmann artista europeo. Dal Bauhaus all’Italia – allestita dal 3 maggio al 14 luglio 2024 presso la Fondazione Ragghianti di Lucca ‒ getta nuova luce sulla poetica dell’artista originario di Essen e sulla sua vicenda creativa e umana. 

Come sottolinea Paolo Bolpagni, curatore della rassegna insieme a Giovanni Battista Martini, “studiare la figura di Hofmann fornisce l’occasione di parlare di quello straordinario laboratorio della modernità che fu il Bauhaus. Nell’ottica di studio e approfondimento che da sempre contraddistingue la Fondazione Ragghianti, saranno esposte numerose opere e documenti inediti, in particolare relativi al periodo in cui frequentò il Bauhaus, come i suoi quaderni di appunti delle lezioni di Kandinskij e Klee, e il rarissimo diploma, oggetti di studio di grande valore”.

A inaugurare il percorso espositivo fra le sale del Complesso monumentale di San Micheletto sono infatti le opere prodotte da Hofmann nella cornice del Bauhaus, dove fu allievo di KleeAlbersKandinskij, ed espose, nel 1930, una serie di dipinti e disegni. L’esperienza formativa presso la scuola istituita da Walter Gropius fu determinante per l’artista, e i quaderni illustrati delle lezioni tenute dai suoi maestri, fra il 1928 e il 1930, ne sono una prova lampante al pari della documentazione in anastatica delle corrispondenze dei suoi docenti. 

La mostra toscana riunisce anche “le testimonianze inedite del periodo che Hofmann trascorse in prigionia in Russia, acquerelli caratterizzati da un’inaspettata esplosione di colore” – spiega il co-curatore Martini – e tiene dunque traccia dei sei anni successivi all’arruolamento forzato dell’artista nelle truppe della Wehrmacht. Realizzati sulle lettere inviate alla moglie e agli amici, gli acquerelli aggiungono un tassello prezioso alla storia personale e professionale di Hofmann, così come i lavori portati a termine nell’immediato dopoguerra, una volta rientrato in Turingia dalla Russia, quando le divergenze con la nuova classe politica assunsero contorni sempre più netti. Non mancano le opere appartenenti all’epoca in cui l’artista riprese la sua carriera di ceramistapittoredesigner e insegnante di accademia ‒ soggiornando a lungo in Belgio, in Francia e in Italia ‒ né le xilografie e litografie risalenti alla seconda metà degli anni Quaranta del secolo scorso. 

Il legame tra Hofmann e il nostro Paese emerge chiaramente dal nucleo di interventi astratti che l’artista creò durante la sua permanenza ventennale a Pompeiana, nell’entroterra ligure, dove trascorse gli ultimi anni della propria esistenza lasciandosi ispirare dalla luce e dal paesaggio locale, guidato dall’instancabile desiderio di sperimentare che lo accompagnò per tutta la vita.

Arianna Testino