Memoria del sottosuolo: un’installazione di Francesco Arena a Parabita
Parabita è una cittadina di meno di 9mila abitanti situata nell'entroterra salentino, poco a est di Gallipoli, nel cui territorio – dalle caratteristiche carsiche - è presente il sito paleolitico della grotta delle Veneri. Nel 2024, senza dimenticare i tesori preistorici, l’amministrazione comunale ha però accolto l’idea del sindaco Stefano Prete e ha dato il via al programma Parabita per il contemporaneo con l’obiettivo di restituire centralità culturale, simbolica e civile alla località attraverso i linguaggi creativi più attuali. Se il progetto dell’anno scorso, intitolato Votiva, aveva trasformato le edicole votive del centro storico in opere d’arte pubblica permanente, oggi grazie a Ipogea lo sguardo si abbassa verso il sottosuolo, un mondo silenzioso e stratificato, ricco di storia e di potenzialità espressive. Antichi frantoi, cavità naturali e architetture invisibili diventano così il punto di partenza per una nuova riflessione sulla contemporaneità, sulla memoria condivisa e sul paesaggio interiore della comunità che vive quel territorio.
Il primo artista coinvolto nel progetto di quest’anno, grazie alla curatela di Carmelo Cipriani e alla direzione artistica di Giovanni Lamorgese, è Francesco Arena che ha installato sulla scalinata di piazza della Vittoria, in corrispondenza di uno dei più grandi frantoi ipogei di Parabita, due parallelepipedi cavi in pietra leccese –in passato erano vasche per la sedimentazione dell’olio - disponendoli verticalmente l’uno di fronte all’altro: si è così creato un varco che invita i visitatori a guardare dentro. La Grotta, questo il titolo dell’opera, si completa con due parole al neon, “essere” e “tempo”, le quali possono essere lette separatamente, rievocando in contrapposizione la transitorietà della vita e l’eternità del tempo, oppure insieme, alludendo alla vita di ciascuno, fatta di storie, esperienze, relazioni. La scultura di Francesco Arena ha un ulteriore obiettivo, cioè ricordare la presenza dei tanti ambienti ipogei di Parabita che negli anni, tuttavia, sono in gran parte ricaduti in proprietà private e quindi interdetti al pubblico. Giovanni Lamorgese spiega che il progetto è nato “dalla necessità di recuperare e valorizzare l’importante patrimonio culturale degli antichi frantoi ipogei attraverso l'arte contemporanea. Un viaggio tra passato e futuro che ripercorre la storia, tra identità, radici e territorio, per riscoprire materiali, processi e tradizioni nel loro percorso evolutivo, sottolineando quei mutamenti che li caratterizzano nella loro unicità e rendendoli accessibili attraverso un processo circolare di restituzione in coerenza con il presente”. Carmelo Cipriani sottolinea inoltre l’allusione alla Grotta delle Veneri, sito archeologico parabitano di grande valore.
Durante l’inaugurazione del 18 luglio è stato anche presentato il catalogo di Votiva nonché l’app “Parabita per il contemporaneo”, pensata per esplorare le opere permanenti del progetto attraverso mappe, testi e audioguide affidate alle voci di Michele Placido e Francesco Pannofino. Nei prossimi mesi, inoltre, il progetto si arricchirà di nuove opere.
Marta Santacatterina