Art e Dossier

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Mille storie dei paraventi in mostra a Milano

categoria: Grandi Mostre
24 January – 22 February 2024

Paraventi: Folding Screens from the 17th to 21st Centuries

Milano
Fondazione Prada

«Questa mostra esamina con un approccio innovativo gli interrogativi e i paradossi che circondano la storia dei paraventi, una storia di migrazione culturale (da Oriente a Occidente), di ibridazione (tra forme d’arte e funzioni diverse) e di ciò che viene celato e rivelato». Con queste parole il curatore Nicholas Cullinan introduce la mostra Paraventi: Folding Screens from the 17th to 21st Centuries a Milano negli spazi della Fondazione Prada. L’esposizione si offre come un’occasione di indagine sulla storia e sui significati di questi oggetti esaminando anche i numerosi interrogativi e paradossi che accompagnano il loro sviluppo storico e offrendo al visitatore una selezione di paraventi che dall’antichità giungono fino ai giorni nostri. La mostra, che si sviluppa su due livelli e il cui allestimento è stato curato dalla dallo studio di architettura SANAA, fondato da Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa, presenta i paraventi sia evidenziandone il loro valore estetico, sia analizzandoli anche dal punto di vista concettuale, funzionale e narrativo. La visita si apre con una selezione di paraventi giapponesi e cinesi risalenti al XVII e XVIII secolo raffiguranti battaglie navali, le diverse stagioni dell’anno e vedute dall’alto, a cui fanno da contraltare opere di artisti contemporanei che attraverso l’uso di tecnologie multimediali hanno trasformato ilparavento in un mezzo per proiettare una stratificazione di immagini ed effetti multischermo. Il percorso prosegue quindi con una sezione che evidenzia la funzione fondamentale del paravento, ovvero quella del nascondere, proteggere e creare una dimensione intima. Un’altra sezione è invece incentrata sull’estetica “queer” che ha trasformato questo oggetto quotidiano in un elemento dichiaratamente trasgressivo. Infine un gruppo di opere esplora il paradosso della trasparenza attraverso la negazione concettuale o umoristicadella funzione pratica di questi oggetti.