A modo mio: Nespolo ad Aosta
Gli accattivanti puzzle dalle tinte vivaci, combinati con numeri e lettere, cortometraggi degli anni Sessanta, “maquettes” per il teatro, sculture e manifesti sono alcune delle opere che permettono di immergersi nel mondo colorato e fantasmagorico di Ugo Nespolo in occasione della mostra A modo mio. Nespolo tra arte, cinema e teatro, curata da Alberto Fiz in collaborazione con Maurizio Ferraris. Attraverso un percorso organizzato secondo aree tematiche, l’esposizione ripercorre l’opera di uno dei più originali e trasgressivi interpreti del panorama contemporaneo: affascinante e irriverente affabulatore, capace di giocare con le immagini, i segni, i numeri e le parole. In mostra, dove è possibile ammirare molti dei suoi capolavori fra cui la BMW K1 del 1993, anche Condizionale, un’installazione del 1967 che simula l’andamento della pellicola cinematografica e che sottolinea come l’opera di Nespolo sia strettamente legata al mondo del cinema e della sperimentazione audiovisiva. Così come confermano anche i cortometraggi degli anni Sessanta nei quali compaiono tra i protagonisti Lucio Fontana, Alighiero Boetti, Michelangelo Pistoletto, Mario Merz, Enrico Baj, e la serie di cartoni animati del 2016 realizzati per Rai Yo Yo. Un’attenzione specifica è, poi, dedicata ai numeri che prendono spunto dagli studi sulla sezione aurea, ai grandi dipinti (fra cui Grande conto del 1981) e al ciclo intitolato il Museo, dove l’artista si pone polemicamente nei confronti dei modi con i quali le opere d’arte «vengono messe in scena a uso e consumo di una alienante ideologia della “fruizione estetica” pseudoelitaria funzionale al sistema dell’arte» (Francesco Poli).