Art e Dossier

Quando Picasso gioca con la scultura

categoria: Grandi Mostre
8 March – 28 August 2016

Picasso. Sculptures

Paris, France
Musée national Picasso-Paris

A distanza di meno di due anni dalla riapertura del museo parigino dedicato a Picasso, la duttilità degli spazi e l'efficienza dello staff sbalordiscono. Lo avevamo visitato poco dopo la sua riapertura, e già nell'ottobre del 2015, per il trentennale della fondazione, gli allestimenti erano mutati per la mostra Picasso! (chiusa a gennaio). Il merito va alle migliaia di opere di cui il museo dispone (quasi cinquemila opere, più duecentomila documenti d'archivio e ottomila dossier documentari), ma anche a una moderna concezione di museo, concepito come luogo vitale, in movimento, e non come santuario del più grande artista del Novecento. Adesso, dopo una giornata trascorsa alla rassegna Picasso. Sculptures si rimane ancor più piacevolmente spiazzati: il percorso seguito pochi mesi prima nei due piani principali del museo (piano terra e primo piano), è arditamente e felicemente stravolto per la terza volta dal luglio 2014, seppure in via temporanea. L'intelligenza dei curatori è premiata dall'entusiasmo del pubblico: si esce non dimentichi dell'opera pittorica di Picasso, ma più pienamente consapevoli dell'importanza delle sculture, in gran parte gelosamente custodite dall'artista fino alla morte. Il proteiforme Picasso "fece scultura" in mille modi diversi, tutti testimoni della naturale immediatezza del suo gesto creativo. In collaborazione con il MoMA di New York, la mostra parigina si distingue da quella più "canonica" conclusasi a febbraio negli Stati Uniti. A Parigi il focus è su serie e varianti, opere prime e tirature successive. Come Matisse, suo amico e rivale, Picasso si ripete di rado. Talvolta rappresenta il medesimo soggetto (teste, figure, nudi, capre gravide, scimmie col cucciolo, fanciulle che saltano la corda e molto altro) con mezzi diversi come legno, gesso, bronzo, ferro, latta, cemento, ciottoli di spiaggia, perfino materiali recuperati da oggetti comuni e poi assemblati. Grazie a collezioni private e musei di tutto il mondo, sono qui riunite per la prima volta serie eccezionali, come i sei piccoli bronzi dipinti a olio del Bicchiere di assenzio, alcuni ricoperti di sabbia, tutti col cucchiaino vero in metallo bianco perforato. Picasso li fece nel 1914 per il gallerista Daniel-Henry Kahnweiler. Ne parleremo in modo più approfondito nel numero di giugno della rivista. In occasione della mostra, un convegno internazionale è programmato dal 24 al 26 marzo.

Gloria Fossi