Art e Dossier

Susanna alza la voce

categoria: Eventi

Mitologia e sacre scritture raccontano spesso storie di donne costrette a subire attenzioni non gradite da parte di uomini di potere e incapaci di (o non intenzionati a) controllare i propri istinti, da Giove ad Apollo, Ercole, fino a re David. Storie drammatiche che vedono invariabilmente l’aggressore impunito.Una di queste storie fa eccezione. Quella di Susanna. La racconta la Bibbia nel Libro di Daniele.Susanna è la vittima di un ricatto sessuale.La giovane donna è in giardino, già svestita per un bagno che immagina tranquillo e solitario. Nascosti dagli alberi del boschetto in cui si trova, però, due anziani voyeur la stanno spiando. I due vecchi (“vecchioni”, nella denominazione tradizionale), peraltro giudici eletti dalla comunità e amici del marito della ragazza, cercano di obbligarla a concedersi a loro; al suo rifiuto la accusano di adulterio e la giovane viene condotta in giudizio: «Susanna era assai delicata d’aspetto e molto bella di forme; aveva il velo e quei perversi ordinarono che le fosse tolto per godere almeno così della sua bellezza. Tutti i suoi familiari e amici piangevano». Protesta la sua innocenza, ma è giudicata colpevole e avviata alla lapidazione. Qui interviene il profeta Daniele, in veste di avvocato difensore, che controinterroga i due vecchi, li induce in contraddizione e ristabilisce la verità: la vita e l’onore di Susanna sono al sicuro; i due accusatori vengono messi a morte. È una delle poche occasioni in cui, nel testo biblico, incontriamo una donna che alza la sua voce per difendersi e ottiene giustizia. I due vecchi avevano imbastito quello che oggi definiremmo un ricatto sessuale: o ci stai o ti roviniamo la vita. Con la ricorrente aggravante per cui la vittima, oltre a subire le molestie e il ricatto dei due vecchi, è oggetto di una nuova e supplementare violenza da parte dei giudici, ritrovandosi esposta e accusata da chi dovrebbe invece tutelarla. Va da sé che la situazione ha spesso ispirato gli artisti, attratti dalla possibilità di dar vita a una storia densa di insegnamenti morali ma anche occasione di raffigurare un corpo femminile nudo, con la copertura della Bibbia.In Rembrandt vediamo la giovane che si è appena svestita e sta per bagnarsi. Come se avesse sentito un rumore, delle foglie calpestate, o un rametto spezzato, si blocca impaurita, tenta di coprirsi come può̀, cerca in fretta di calzare alla meglio le sue ciabatte, operazione che non le riesce col piede destro, e alza lo sguardo. Verso di noi, colti in flagrante; i vecchi molestatori, ci fa capire Rembrandt, siamo noi che guardiamo la scena, tanto è vero che per trovare i “vecchioni” dobbiamo scandagliare con cura le frasche alle sue spalle. E forse sentiremo il fastidio di essere complici. 

Claudio Pescio