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A Torino splende la pittura fiamminga

categoria: Grandi Mostre
11 May 2024

La collezione del principe Eugenio di Savoia Soissons e la pittura fiamminga e olandese. Nuovo allestimento

Torino
Torino, Musei Reali, Galleria Sabauda

Il secondo piano della Galleria Sabauda di Torino rinnova i suoi allestimenti, concentrando nelle sue sale la prestigiosa collezione del principe Eugenio di Savoia Soissons, oltre ai capolavori dei maestri primitivi nordici, a splendidi esempi di pittura fiamminga e olandese del Seicento acquistati dai Savoia tra il XVII e il XIX secolo, e alle scuole italiane del Seicento. Si tratta di più di 180 opere – alcune delle quali provenienti dalle collezioni di riserva – che, grazie alla curatela di Annamaria Bava e Sofia Villano, oggi occupano le pareti su più registri e si dispongono anche tra le finestre e lungo il corridoio.

Dall’11 maggio i visitatori del museo potranno quindi ammirare in primis una delle collezioni di pittura fiamminga e olandese più importanti d’Italia, raccolta grazie all’attenzione costante dei Savoia verso il Nord Europa e nonché al coinvolgimento di artisti nordici presso la corte. Il percorso prende il via con due sale dedicate alla pittura fiamminga del XV e XVI secolo che espongono, tra i tanti capolavori, la straordinaria tavoletta di Jan van Eyck con Le stigmate di san Francesco, i due pannelli di Rogier van der Weyden con Un devoto in orazione e La Visitazione, la magnifica tavola di Hans Memling con Scene della passione di Cristo, dipinta per il banchiere fiorentino Tommaso Portinari che viene ritratto insieme alla moglie ai margini del dipinto. Il focus sui ritratti cinquecenteschi è ben rappresentato da dipinti di notevole qualità, come il Ritratto di un guerriero riferito a Hendrick Goltzius, mentre l’apertura alla pittura di genere è documentato ad esempio dalla tela del fiammingo Lucas de Heere sul raro tema dell’Allegoria delle Arti liberali in tempo di guerra, cui seguono le numerose nature morte italiane e fiamminghe. 

La visita attraversa quindi gli ambienti dedicati alla collezione del principe Eugenio di Savoia Soissons, permettendo di addentrarsi nel tempo storico e nel gusto figurativo dello stratega geniale e comandante in capo dell’esercito asburgico, il quale viene immortalato in alcuni dei momenti più salienti delle sue campagne militari, come testimoniano le Battaglie di Petervaradino (1716) e di Belgrado (1717), dipinte da Jan van Huchtenburg. La collezione, all’epoca ospitata nelle dimore viennesi di Eugenio, fu acquistata il re di Sardegna Carlo Emanuele III che entrò così in possesso di una magnifica raccolta di quadri dei più autorevoli maestri del classicismo seicentesco – da Nicolas Poussin a Guido Reni e a Francesco Albani – e di un incredibile nucleo di pittura fiamminga e olandese con capolavori di Antoon van Dyck, scene di genere, paesaggi, nature morte e soggetti sacri e mitologici di Jan Brueghel il Vecchio, Paul Bril, Gerrit Dou, Jan Griffier, Paulus Potter e David Teniers, molti dei quali furono trasferiti da Vienna a Torino.

Ma la collezione si arricchì in seguito con gli acquisti di Carlo Emanuele III, e in particolare con la raccolta personale di Giovanni Battista Bodissoni, anch’egli interessato alle ricerche pittoriche olandesi e fiamminghe. Un interesse dimostrato dai Savoia dal Seicento all’Ottocento: protagonista di questa sezione è il Vecchio dormiente di Rembrandt van Rijn, capolavoro giovanile acquistato nel 1866, uno dei rari dipinti autografi del pittore olandese presenti nei musei pubblici italiani. 

Il percorso continua con i lavori appartenenti alle scuole italiane del Seicento, tra cui gli esiti del Barocco genovese, della scena artistica romana di stampo classicista e della pittura bolognese di tardo XVII secolo. Chiudono l’itinerario un ambiente dedicato all’arte del ducato sabaudo, segnata nel Seicento da un importante rinnovamento grazie, in particolare, al pittore di corte Francesco Cairo e all’arrivo a Torino di artisti internazionali; e infine l’approfondimento sulla pittura al femminile tra Cinquecento e Seicento che mette in luce il ruolo significativo svolto da artiste quali Sofonisba Anguissola, Giovanna Garzoni, Fede Galizia e Orsola Maddalena Caccia.

Marta Santacatterina