Art e Dossier

Un giovane Robert Frank al Museum of Fine Art di Boston

categoria: Grandi Mostre
21 December 2024 – 22 June 2025

Robert Frank: Mary’s Book

Boston, United States
Museum of Fine Arts

Fino al 22 giugno 2025 il Museum of Fine Arts di Boston ospita la mostra Mary’s Book di Robert Frank, dove sono esposte le immagini che compongono la prima opera dell’allora giovane fotografo svizzero, il Mary’s Book, per l’appunto. Ancora prima che il suo famoso The Americans fosse pensato e realizzato, in questo album “artigianale”, Frank dà, già, dimostrazione della sua poetica e del suo pensiero artistico. Arrivato a Parigi nel 1949, colui che rivoluzionerà l’intero panorama fotografico qualche anno dopo, riversa sul paesaggio urbano della città i suoi sentimenti per quella che diventerà la sua prima moglie, Mary Lockspeiser, distante a New York.
Abbiamo intervistato la curatrice della mostra Kristen Gresh per farci raccontare di quel giovane Robert Frank e del suo Mary’s Book

 

Qual è la storia dell’album fotografico che Robert Frank dedicò alla prima moglie Mary Lockspeiser e su cui avete incentrato la mostra Mary's Book?

Nel 1949, Frank tornò in Europa dopo due anni a New York. Mentre era a Parigi, visse la città con occhi nuovi e nuove prospettive. Nel dicembre di quell'anno, creò un album fatto a mano come regalo per la sua futura prima moglie, l'attuale artista di spicco Mary (Lockspeiser) Frank. Il libro è composto da sei pagine piegate e non rilegate, incastonate l'una nell'altra, con le fotografie e gli appunti scritti a mano da Frank. Questo diario fotografico fu il culmine di cinque mesi di osservazioni di scene spesso inaspettate, mentre proiettava emozioni e profonde riflessioni su oggetti e paesaggi urbani parigini.

Come ideò e realizzò l’allestimento e il montaggio dell’album?

La narrazione racconta il viaggio transatlantico di Frank da New York a Parigi, dalle banlieue ai monumenti iconici, e infine nel suo stesso quartiere. Attraverso il suo layout dinamico e le sue iscrizioni direttamente sull’album, Frank riflette sulla presenza delle persone e sul loro impatto su oggetti e spazi, anche se le fotografie sono spesso disabitate.

Come l’estetica di Parigi si inserisce nell’evocare il sentimento per Mary?

Le fotografie di Parigi di Frank riflettono i suoi sentimenti per Mary e per Parigi come luogo e idea. Ad esempio, la sua interpretazione poetica delle sedie nei giardini del Lussemburgo e delle Tuileries, mettono in evidenza le differenze culturali sottostanti tra Parigi e New York. Nella rubrica "Speaking of Pictures" della rivista Life, una volta, sostenne che le sedie, "sembravano tutte aspettare qualcosa". Secondo l'articolo di Life, Frank ha scattato più di 100 fotografie di sedie, "che per lui simboleggiano lo stile di vita rilassato e tranquillo di Parigi", in contrasto con il ritmo rapido della vita di New York. Le sedie erano forse viste da Frank come un invito a sedersi, osservare e contemplare la bellezza dei giardini parigini, a differenza dell'esperienza di essere a New York dove l'attenzione alla produttività non si prestava a rallentare e godersi l'ambiente circostante. Frank ha colto le sedie praticamente in tutta Parigi e ha scritto a Mary che quando le sedie erano sole, sembravano tristi. Sosteneva che sembrassero in attesa, invitanti, e molto pazienti. Nel contesto del nuovo amore e desiderio di Frank per Mary, le sue fotografie e i suoi commenti proiettano un senso di amour en attente (amore in attesa) nella sua inquadratura dei dettagli in tutta la città.

Come le immagini che compongono Mary's Book dialogano con le altre che fece nello stesso periodo?

Le esperienze giovanili di Frank a Parigi tra il 1949 e il 1953 lo accompagnarono per tutta la vita, sia quelle del 1949, raccolte in Mary’s Book, sia quelle degli anni successivi. Fu un periodo formativo sia a livello personale che professionale, e la città divenne un elemento permanente per la sua psiche. Gli artisti nella Parigi del dopoguerra avevano la libertà di sognare e sperimentare. Decenni dopo, Frank affermò: “Quella era l’idea di Parigi, trovare la propria ispirazione e concentrazione”. Per lui, Parigi era un luogo di riflessione e memoria, che ispirava il suo interrogarsi su simboli e visioni, attraverso immagini fotografiche individuali e in sequenza. Frank si impegnò in uno studio quasi etnografico di Parigi attraverso il diario visivo e testuale che realizzò per Mary. Per l’artista, profondamente filosofico, la città, in seguito, rappresentò il suo io più giovane e quindi sia un luogo che uno stato mentale. Rivedere le sue fotografie, più avanti, nella sua carriera, lo riportò a quell’esperienza, forse un momento in cui i sogni potevano diventare realtà e il tempo si fermava. Le immagini trasmettono un senso di giovanile meraviglia e contemplazione unito a un'attenta osservazione e a un realismo poetico. Il periodo trascorso da Frank nella capitale francese fu un momento cruciale per lui e le immagini che realizzò lì apparvero nei suoi libri per tutta la sua vita, a partire dall'inedito Mary's Book (1949), seguito da Black, White and Things (1952), The Lines of My Hand (1972) eFlower Is (1985).

Robert Frank fu un autore che sperimentava costantemente come manifestare, attraverso il suo lavoro, la sua dimensione interiore e la sua soggettività, da The Americans fino alla produzione posteriore, con film come Life Dances On del 1980, ad esempio, o utilizzando la Polaroid nei progetti della seconda metà degli anni Settanta. Mary's Book può essere anticipatore di questa sua intenzionalità creativa?

Sì, lo è assolutamente. Il lavoro di Frank è davvero profondamente emotivo, unito alle sue astute prospettive sul mondo esterno. Ad esempio, sulla copertina di Mary’s Book, così come in Black, White, and Things, Frank cita lo scrittore francese Antoine de Saint-Exupéry che afferma che l'unico modo per vedere è con il cuore. Furono i dettagli lirici e il contenuto emotivo delle immagini del periodo parigino che gli valsero la reputazione di "poeta con la macchina fotografica", esprimendo il suo apprezzamento per la vita parigina attraverso fotografie di fiori, piazze cittadine, monumenti, cartelli, lampioni, fermate della metropolitana, ponti, parchi, edifici, musicisti, coppie e forse soprattutto sedie. Mary’s Book - poesia d'amore visiva che rappresenta la prima volta in cui Frank ha combinato testo e immagini - è stato un elemento essenziale nello sviluppo della sua visione e carriera di fotografo e regista.

Mary's Book, come già accennava, anticipa anche una struttura narrativa progettuale che lo seguirà in tutta la sua carriera: la fusione di immagini e testo. La parola scritta che valore assumeva per lui?

Frank dava molto valore alla parola scritta: ad esempio, il suo commento a Mary in Mary’s Book fornisce una vera intuizione sulle sue osservazioni poetiche e chiarisce anche che artista profondamente filosofico fosse. Inoltre, vediamo, nelle sue opere successive, che, per lui, le parole hanno un significato reale, come nelle opere con la Polaroid, in cui incide parole sulle sue immagini. Il loro uso, da parte di Frank, sebbene scarno, ha un profondo impatto emotivo.

 

Francesca Orsi