Andreas Gursky alla Hayward Gallery di Londra
Disposta all’interno del Southbank Centre, il più grande centro artistico del Regno Unito, e famosa per avere presentato negli anni il lavoro di alcuni degli artisti più innovativi - Tracey Emin, Andy Warhol, Ed Ruscha, Anish Kapoor sono solo alcuni dei nomi che spiccano - la Hayward Gallery compie quest’anno 50 anni e ha da poco riaperto le sue sale dopo due anni di lavori di ristrutturazione con una mostra personale del fotografo tedesco Andreas Gursky. Considerato uno dei più importanti fotografi del nostro tempo, Gursky è noto per i suoi scatti, spesso di grandi dimensioni, che indagano il rapporto tra l’uomo e il paesaggio. Spinto dalla curiosità per il modo in cui il mondo è costituito, così come dall’interesse per la collettività, viene spesso considerato un vero e proprio cronista dell’economia globale e dei cambiamenti della società. Con le sue fotografie registra infatti alcune delle zone o delle realtà più significative del mondo presentandole come definizioni dell’era presente. Che sia una piscina all’aperto (Ratingen Swimming Pool, 1987), la Borsa di Tokyo (Tokyo Stock Exchange, 1990) o una distesa di pannelli solari (Les Meés, 2016), il suo lavoro narra la vita contemporanea, commercio, industria e turismo e le relazioni che intercorrono tra il mondo naturale e gli effetti della globalizzazione. Inizia nei primi anni Ottanta con grandi panoramiche di paesaggi naturali: solo così, con un’inquadratura lontana, decide di riuscire a esplorare chiaramente come l’uomo appartenga e si muova nella Natura. La figura umana è sminuita e perde d’individualità, anche se rimane attore principale della scena. “Tutti i miei paesaggi sono creati dall'uomo. Il mio interesse è rivolto alle persone, alla presenza e all’attività della civiltà umana. Non riesco a immaginare una fotografia di una montagna da sola.” ha infatti dichiarato il fotografo. La visione da lontano porta la sua ricerca sempre più verso l’astrattismo, l’assenza di coordinate visive tradizionali e la perdita del senso dell’insieme. E’ con “Untitled I” del 1993, scattata alla Kunsthalle Gallery che Gursky dà inizio a una nuova fotografia così come una nuova indagine che lo porta verso un approccio più filosofico, tra astrazione e rappresentazione. Un esempio è “Untitled XIX” del 2015 che raffigura ettari di tulipani olandesi che ripresi da un’altezza considerevole, appaiono come una composizione cromatica e non più come un paesaggio nella quale natura e uomo coesistono. Ralph Rugoff, direttore della Hayward Gallery, ha infine dichiarato: “Sono entusiasta di riaprire con una mostra di un artista che ha creato alcune delle più avvincenti immagini della sua generazione, un lavoro che ha cambiato non solo il vocabolario di fotografia, ma di immagini in generale. Come vero innovatore impegnato nell’interpretazione dei tempi in cui viviamo, Gursky è l'artista perfetto per festeggiare il 50° anniversario della Hayward.”
Costanza Rinaldi