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In Belgio: non solo Brafa

categoria: Eventi
27 gennaio – 4 febbraio 2018

Brafa

Bruxelles, Belgio
Tour & Taxis

In questo inizio di 2018 il Belgio si afferma con molta convinzione al centro della vita culturale europea, con una serie di iniziative dedicate all’arte, dall’antico al contemporaneo, che coinvolge le principali città, in primis Bruxelles, ma anche Anversa, Ostenda, Gand, mentre prendono il via anche le celebrazioni dei maestri fiamminghi – Rubens, Bruegel, Van Eyck – che culmineranno, nel 2020, con il riposizionamento del Polittico di Gand restaurato nella cattedrale di San Bavone. Per chi desidera un ritratto fiammingo da appendere in salotto, per chi adora le maschere africane o farebbe una follia per le sculture crisoelefantine déco, o per chi ama semplicemente curiosare girando tra mostre, musei e gallerie, Bruxelles può essere senz’altro un ottimo punto di partenza. Quest’anno, dal 27 gennaio al 4 febbraio, il Brafa, la più antica mostra-mercato d’arte e d’antiquariato d’Europa, alla sua sessantatreesima edizione, tra le cinque fiere del settore più quotate al mondo, apre come sempre a Tour & Taxis, con un’offerta eclettica e qualitativamente eccellente di opere che spaziano dai reperti archeologici dell’età del bronzo fino al design contemporaneo. Sono centotrentaquattro le gallerie partecipanti da tutto il mondo, con quattordici “new entries”. Quest’anno è previsto un ospite d’eccezione, Christo, che – in contemporanea a una bella mostra all’ING Art Center, Christo and Jeanne-Claude. Urban Projects, fino al 25 febbraio – ripropone in fiera Three Store Fronts, un’installazione-scultura visitabile con un percorso interno, lunga più di 14 metri  e alta due e mezzo, realizzata insieme alla moglie Jeanne-Claude (1935-2009) a partire da elementi recuperati nelle discariche per una mostra  al Van Abbemuseum di Eindhoven nel 1966, esposta poi al Martin-Gropius Bau di Berlino nel 2001. A Bruxelles per noi è irrinunciabile una visita ai Musée royaux des Beaux-Arts, dove in questi mesi i capolavori di Bruegel possono essere ammirati con il supporto di schermi touch interattivi (Bruegel. Unseen Masterpieces, fino al 16 marzo 2020), mentre le opere del Magritte Museum dialogano con l’arte contemporanea (Magritte, Broodthaers & Contemporary Art, fino al 18 febbraio). Vale una digressione fuori dagli usuali itinerari turistici la visita al Musée d’Art et d’Histoire - Musée du Cinquantenaire, custode di una notevole collezione di antichità, arti decorative ed extraeuropee, dove fino al 29 aprile prosegue la mostra Oceania: oltre duecento reperti, tra cui un colossale “moai” di sei tonnellate, portato in Belgio dall’isola di Pasqua via nave dalla spedizione scientifica franco-belga del 1935. Anversa, con il suo centro storico e i suoi musei, si prepara a Antwerp Baroque 2018. Rubens as an Inspiration, che avrà inizio a giugno, fra l’altro con lavori di riammodernamento del Rubenshuis, dove sarà aperto il Rubens Experience Center. A Gand, che accoglie anche un’importante monografica su Gerhard Richter (allo Smak, fino al 18 febbraio), proseguono i lavori di restauro al Polittico di Jan van Eyck, mentre Ostenda ospita una grande mostra curata da un’altra celebrità nazionale, Jan Fabre, insieme a Joanna de Voos: Het Vlot. Kunst is (niet) eenzaam / The Raft. Art is (not) Lonely, una riflessione sulla zattera come metafora della condizione umana e del destino dell’artista, a partire dalla Zattera della Medusa (1818) di Géricault passando per la zattera utopica di Fabre di Art is (not) Lonely del 1986. Le opere di settantratre artisti, tra nomi affermati e giovani talenti, si dispiegano in un percorso di ventidue luoghi scelti che dagli spazi del Mu.zee attraversa tutta la città, con cinquantatre opere site specific e diciotto performance in calendario (fino al 15 aprile).  E questo è solo l’inizio: è un programma di iniziative di ampio respiro, quello belga, che include arte, musica, teatro, articolato su diversi anni, con un’ingente quantità di fondi dedicata ai restauri, al recupero degli edifici storici e alla promozione del contemporaneo. La cultura diventa un investimento, quindi, per un sistema che include, in una collaborazione virtuosa e con un vantaggio reciproco, le istituzioni pubbliche e i collezionisti privati, le gallerie, i grandi e i piccoli sponsor, i cittadini: un esempio di autentica “valorizzazione” del patrimonio culturale locale . 

Ilaria Ferraris