Art e Dossier

Collection Beyeler / The Original

categoria: Mostre
5 febbraio – 7 maggio 2017
Basilea, Svizzera
Fondation Beyeler

Si era fatto dal nulla, Ernst Beyeler (Basilea 1922-2010). È stato il “top modern art dealer” del dopoguerra. Prima di morire è riuscito a realizzare il suo sogno, in simbiosi con l’archistar Renzo Piano: la Fondation Beyeler, uno dei più bei monumenti d’arte del mondo, capolavoro di architettura museale e insieme collezione irripetibile, con opere di Monet, Cézanne, Van Gogh, Rodin, Picasso, Giacometti, Matisse, Léger, Klee, Rousseau il doganiere, Kandinskji, Marc, Mondrian, Calder, Miró, Warhol, Rothko, Bacon e molti altri. La Fondation fu inaugurata nel 1997 con circa duecento capolavori che il gallerista Beyeler non aveva mai venduto, trattenendoli per la sua raccolta privata. A dire il vero una volta aveva pensato di vendere un capolavoro di Picasso: Figura di donna del 1907, fra i più grandi studi preparatori su tela alle Demoiselles d’Avignon, considerato il manifesto dell’avvio al cubismo. La moglie Hildy Kunz si oppose, mise le valigie sul letto, davanti al Picasso, e disse al marito: «Se lo vendi me ne vado per sempre». Rimasero a casa tutti e due, la moglie di Beyeler e il Picasso. Oggi quel Picasso è esposto nella sala 2 dell’ impeccabile rassegna Collection Beyeler / Das Original, che ricostruisce, in tredici grandi ambienti del museo, l’originale allestimento del 1997. Era stato un “accrochage” sapiente, mirato a ricostruire una sorta di percorso ideale nell’arte del Novecento, che non a caso si apriva con il Ritratto della moglie e una tela di Bagnanti di Cézanne, il vero grande ispiratore delle avanguardie del primo Novecento. Gli allestimenti sono mutati spesso per esigenze di esposizioni temporanee e rotazioni di opere, ma quasi mai è stata cambiata la messa in scena spettacolare del grande Stagno delle ninfee (1917-1920) di Monet della sala 4, con la sua grande vetrata che si affaccia sullo stagno disegnato da Renzo Piano. Beyeler è stato un uomo illuminato e di grande carisma, e vale la pena ricordare in breve la sua vita. Prima di offrire al pubblico la collezione, è stato il più grande mercante, l’ultimo grande mercante d’arte moderna della nostra epoca. Per oltre cinquant’anni ha organizzato centinaia di eventi nella mitica galleria nel cuore della vecchia Basilea (la Fondation è a qualche chilometro di distanza, a Riehen). Figlio di un ferroviere, iniziò giovanissimo nella libreria antiquaria in Bäumleingasse di Oskar Schloss, che morì improvvisamente nel 1945. Beyeler ne rilevò l’esercizio, che presto divenne Galerie Beyer. Era un luogo magico, che visitammo quando ancora il proprietario e la moglie erano in vita. Ai piani superiori di un edificio medievale, vi si accedeva salendo una ripida scala di legno che scricchiolava, le stanze piene di dipinti, libri, scaffali, sculture africane, quasi anguste ma ben illuminate da ampie finestre. I cataloghi delle mostre, dall’indimenticabile grafica sobria, hanno fatto la storia dell’editoria d’arte (alcuni sono ancora in vendita). Perfino l’anziano Picasso, negli anni Sessanta, aveva aperto al gallerista le porte di casa sua, offrendogli ampia disponibilità d’acquisto: un privilegio raro concesso dal grande pittore, che malvolentieri si privava delle opere predilette. Beyeler è stato dunque mercante e gallerista per eccellenza d’impressionisti e avanguardie, mediatore di eccezionali acquisti per musei come il MoMA, collezionista, ecologista e benefattore dell’umanità. Ci ha regalato un luogo ricco di pace, meditazione e bellezza.

Gloria Fossi