Art e Dossier

Degas, a Londra e Parigi

categoria: Mostre

Degas Danse Dessin

Parigi, Francia
Musée d'Orsay

Degas è fra gli artisti più amati dal grande pubblico, noto soprattutto per quella che molti considerano la sua “ossessione”: ballerine, fantini, corse di cavalli. In realtà non sono i soggetti, di per sé stessi, a rendere la figura di Degas una delle più importanti e innovative della sua epoca. Degas si è inoltrato in mondi inesplorati, perfino nel campo di tecniche singolari (come i monotipi), e con l’apporto frequente dell’apparecchio fotografico, usato anche per immaginare inquadrature e primi piani altrimenti impensabili. Eppure tutti ai suoi tempi lo chiamavano «il pittore delle ballerine». Era sconfortato, per quell’appellativo che limitava estensione e profondità della sua cultura figurativa e impediva la piena comprensione di un uso tutto personale e magnifico di matita e pastello. Insomma, un ingegno artistico libero, assolutamente originale. «Macché “pittore delle ballerine”! Quello che voglio rappresentare è il movimento» si affannava a spiegare. Tuttora, però, il primo pensiero, quando si parla di lui, corre alle infinite variazioni sul tema della danza. Anche per questo nei mesi scorsi lo scetticismo era quasi inevitabile in attesa delle celebrazioni, alla vigilia del centenario della morte dell’artista (Parigi, 27 settembre 1917). Non pareva facile riuscire a rievocare Degas senza ricorrere alle consuete considerazioni sui suoi temi prediletti. Ci sono riusciti i curatori delle due mostre in corso a Londra (Drawing in colour, National Gallery, fino all’8 maggio 2018), e a Parigi (Degas Danse Dessin. Hommage à Degas avec Paul Valéry, Musée d’Orsay, fino  al 25 febbraio 2018). La prima espone i Degas della Burrell Collection di Glasgow. Ventidue dipinti, disegni, pastelli, a confronto con alcune opere della National Gallery, illustrano i temi della vita moderna parigina in relazione agli studi sul movimento e le forme. È una serie di creazioni non esclusivamente tratte dal vero bensì frutto di un continuo lavorio: «Non esistono immagini più artificiose di quelle che io creo», diceva Degas. A Parigi, una mostra altrettanto originale ma di più vaste proporzioni, indaga le relazioni intellettuali del pittore, con un colto e giovane scrittore: Paul Valery, lui stesso discreto disegnatore (per contro Degas fu raffinato autore di sonetti). Decine di taccuini di Valery, con disegni, schizzi, appunti, confermano la frequentazione del giovane amico con l’ormai celebre pittore, noto per la sua vita riservata, che morì a ottantatre anni, quando Valery ne aveva quarantasei. In mostra sono esposti bigliettini con cordiali inviti a cena da parte di Degas, che chiamava l’amico “Monsieur ange”. Fra le molte fotografie, spicca quella donata dall’artista allo scrittore, che vi annota: «Il fantasma di Degas è riflesso nello specchio, vicino al suo apparecchio fotografico. Mallarmé sta in piedi accanto a Renoir seduto sul divano. Per questo scatto Degas ha inflitto loro 15 minuti di posa sotto nove lampade a petrolio». Come sempre si resta ammirati davanti a disegni, pastelli, grandi dipinti (anche i ritratti, in equilibrio fra modernità e studio di artisti del passato, come Ingres). Incuriosiscono anche le sezioni sul “movimento”, che mostrano strumenti pseudoscientifici dai nomi impronunciabili. Femakitiscopi, zootropi, praxinoscopi davano ai tempi di Degas l’illusione del movimento. Interessannti per glia rtisti di allora, divertenti e curiosisissimi per grandi e piccini.  Inoltre, filmati e fotografie di meduse dalle mosse sensuali, simili a ballerine, e di danzatrici (Paola Werther e Yvonne Rouart) che disegnano nell’aria multicolori “serpentine”, col vestito “in movimento” ideato da Loïe Fuller, amica di Lautrec. Il pezzo forte della mostra resta la “tripla D” dedicata da Valery al pittore: Degas Danse Dessins, un libro che combina poetiche notazioni con ventisette disegni e pastelli di Dega,s senza alcun rapporto col testo. Non una biografia, come annuncia Valery nelle prime pagine, ma «una sorta di monologo su un singolare, grandissimo artista, severo, essenzialmente autonomo, di rara intelligenza, vivace, fine, inquieto». Edgar Degas, appunto.

Gloria Fossi

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