Art e Dossier

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Delacroix e l'ascesa dell'arte moderna in mostra a Londra

categoria: Mostre
17 febbraio – 22 maggio 2016

Delacroix and the Rise of Modern Art

Londra, Gran Bretagna
National Gallery

I manuali e i libri di scuola sono abituati a ricordarlo per i suoi dipinti “orientalizzanti”, o per meglio dire di soggetto nordafricano, e soprattutto per La Libertà che guida il popolo (1830) del Louvre. Ma chi, proprio al Louvre, alza mai la testa, nella fastosa Galerie d’Apollon, per ammirare il suo enorme ciclo pittorico, che gli costò anni di lavoro? E chi, a Parigi, entra nella chiesa di Saint-Sulpice per vedere la sua opera? Stiamo parlando di Eugène Delacroix (Charenton-Saint-Maurice 1798 - Parigi 1863), il più noto pittore romantico francese, sul quale la National Gallery di Londra ha appena inaugurato un’importante rassegna in collaborazione con il Minneapolis Institute of Art. A giudicare dalle sei sale gremite di visitatori già nei primi giorni di apertura, non c’è da dubitare del successo dell’esposizione, che merita almeno una visita (noi ci siamo tornati due giorni di fila). Il focus della mostra, equilibrata, non maestosa e anche per questo ancor più apprezzabile per chi non ama soffermarsi su troppe opere in una sola volta, è l’influenza di Delacroix sui grandi maestri delle generazioni successive: come dire, per richiamare il titolo dell’evento, l’enorme importanza della sua pittura per la nascita dell’arte moderna. Importanza che dichiararono apertamente artisti come Fantin-Latour e Gustave Moreau in testa. Al funerale di Delacroix, morto in pieno agosto, c’erano pochi amici, fra i quali Fantin-Latour, appunto, che subito dopo avrebbe dipinto Omaggio a Delacroix (ora al Musée d’Orsay). Nella seconda metà del XIX secolo e al principio del Novecento furono molti altri gli artisti che lo studiarono e apprezzarono, e fra questi Gauguin (che portò con sé perfino in Martinica e in Polinesia riproduzioni delle sue opere), Van Gogh, Manet, Degas, Odilon Redon, e, ancora, Cézanne, Matisse, Kandinskij. La mostra segue le tracce di questi rapporti, con un percorso affascinante per la qualità delle opere, provenienti da musei e collezioni di tutto il mondo, e anche didatticamente molto chiaro. «Dipingiamo tutti come Delacroix» diceva Cézanne, riferendosi alle innovazioni sull’uso dei colori primari, accostati ai secondari: il flochetage, secondo un neologismo coniato da Delacroix, che non lasciò nessuno di loro indenni, come pure il suo approccio tutto emotivo e rapido nell’esecuzione. Fra le opere su cui soffermarsi più a lungo, oltre a quelle di Delacroix, spiccano alcuni Courbet, Bazille, Gauguin, Van Gogh, e tre dipinti di Matisse fra i meno noti al grande pubblico. Arricchiscono la mostra due filmati, uno dei quali dedicato alle grandi imprese murali parigine (estratti anche sul web della National Gallery: nationalgallery.org.uk, e su youtube).

Gloria Fossi