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Delacroix: una mostra a Parigi

categoria: Mostre
29 marzo – 23 luglio 2018

Eugène Delacroix (1798-1863)

Parigi, Francia
Musée du Louvre

Parigi rende omaggio a Delacroix, uno dei suoi più grandi artisti, con una serie d’iniziative collegate fra loro. Il perno è la mostra Eugène Delacroix (1798-1863) al Louvre fino al 23 luglio 2018. Dipinti, disegni, acquerelli, lettere, documentano, nel percorso a ferro di cavallo della Halle Napoleon, l’intera carriera del pittore. Gli esordi furono grandiosi. Già negli anni Trenta i primi dipinti gli dettero fama pur suscitando scandalo ai Salon. Probabilmente, e Delacroix pare lo avesse calcolato, essi spiccarono dalla massa dei quadri accademici non solo per i temi crudi, per la violenza delle scene di battaglie e massacri, ma anche per quei pigmenti abbinati in modo così innovativo, con stesure piccole e veloci, accostando i colori primari a quelli secondari. Baudelaire, allora giovane poeta, dichiarò che Delacroix era il vero pittore del XIX secolo. Più tardi, molto dopo la morte del pittore, Cézanne disse che quella di Delacroix “era la tavolozza più ricca di Francia”. E che tutti (intendendo i più talentuosi artisti d’inizio Novecento), ormai dipingevano come lui. In mostra non si fatica a comprenderlo. Basta osservare, a metà percorso, un prezioso taccuino, il cosiddetto Carnet Héliotrope (1833-1859 circa), nel quale Delacroix segnò, seguendo un tracciato curvilineo, i nomi dei colori da lui prediletti, secondo accostamenti poi riportati in successione sulla sua tavolozza. Proprio come in un’armonica scala musicale. In un altro taccuino, il 9 agosto 1859 appoggiò un fiore di lobelia preso nel suo giardino. Vale la pena visitarlo, quel delicato piccolo angolo fiorito, in questi giorni profumato di rose e con un fico che accenna già ai primi frutti acerbi. Si trova sul retro della casa-atelier dove Delacroix visse e lavorò dal 1857 fino alla scomparsa. Oggi è sede del Musée Delacroix, in rue de Furstenberg. Un luogo riservato, elegante, silenzioso, a due passi da Saint-Germain-des-Pres, sulla rive gauche, dov’è allestita in questi giorni la mostra “Una lotta moderna, da Delacroix ai nostri giorni”: la lotta è quella di Giacobbe e l’angelo, che Delacroix raffigurò su una delle pareti della cappella degli angeli santi nella vicina chiesa di Saint-Sulpice. Anche questo è un luogo dove sostare, per ammirare con calma i dipinti sulle due pareti e sulla volta che il recente restauro ha permesso di valorizzare, con nuove importanti aperture. Ora sappiamo che Delacroix non usò l’affresco, ma una tecnica simile all’encausto, che prevedeva uno strato di cera, in modo da evitare l’umidità della chiesa. Delacroix, e lo si vede bene ammirando quella grande decorazione, dipingeva in modo istintivo, emotivo. Non sono solo i suoi temi (soggetti orientalisti, ritratti, cacce alle belve, scene storiche e temi religiosi), ad aver avuto un peso su generazioni di pittori, ma la natura stessa del suo dipingere, il talento coloristico, il gesto veloce e sicuro, unito a una vera passione per ogni aspetto della natura. Come i quadri con i leoni o le tigri, o quelli con i fiori, forse i suoi meno noti, fra i più affascinanti.

Gloria Fossi