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Emma Hamilton. Seduction & celebrity

categoria: Mostre
3 novembre 2016 – 17 aprile 2017
Londra, Gran Bretagna
National Maritime Museum Greenwich

Greenwich ospita una mostra spettacolare, con opere d’arte e cimeli, su Lady Hamilton – la donna più ammirata nell’Europa del secondo Settecento. Emma fu musa di ritrattisti come Romney, Lawrence e Tischbein, che la conobbe a Napoli con Goethe e la definì «l’unica vera bellezza». Da ritratti, miniature, incisioni, si deduce che fosse bellissima, delicata e sensuale: grandi occhi azzurri, chioma castana acconciata in mille modi, fronte bassa, mento pieno, guance rosate, pelle diafana. Era nata nel 1765 nella miseria più nera, a quindici anni ebbe la prima figlia e poco dopo frequentò a Londra il Covent Garden, col suo mondo di attori e prostitute. Divenuta amante di Sir Charles Greville, fu da lui “licenziata”, in previsione del matrimonio con un’ereditiera, e finì a Napoli dall’ambasciatore Sir William Hamilton, anziano zio di Greville. Emma, superata la delusione, si ambientò nel palazzo con vista sul Vesuvio, il più internazionale salotto napoletano. Nel frattempo sposò Hamilton, studiò l’arte antica, imparò a cantare in modo sublime e perfino Haydn compose per lei. Fu lei a inventare le attitudes, perfomance aggraziate e sensuali, fra teatro e danza, nelle quali si atteggiava ai modi delle eroine antiche. A Napoli nacque la sua illegittima storia d’amore con l’ammiraglio Nelson, tanto malcelata da finire sui giornali satirici di mezzo mondo, anche perché la coppia tornò in Inghilterra con Hamilton stesso, che pur tollerando il tradimento, morendo non lasciò averi alla bella moglie. La relazione con Nelson, dal quale partorì la figlia Horatia, ebbe un tragico epilogo con la morte dell’ammiraglio a Trafalgar. Non avendola potuta sposare, Nelson si raccomandò che l’amata e la figlia fossero sovvenzionate dal re. Solo la moglie ufficiale, che Nelson non vedeva da anni, fu ammessa alle grandiose esequie londinesi, e per la sventurata Emma cominciò la discesa all’inferno. Morì alcolizzata nei bassifondi di Calais, a cinquant’anni, condannata da una società che vedeva nell’adulterio una colpa esclusiva della donna, e non perdonava le umili origini a chi aveva conquistato la società solo con le proprie doti. 

Gloria Fossi