Art e Dossier

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Futurismo di carta. Immaginare l’universo con l’arte della pubblicità

categoria: Mostre
1 marzo – 30 giugno 2024
Treviso
Museo nazionale Collezione Salce

Futurismo di carta è un progetto che, grazie a due mostre consequenziali, vuole accendere i riflettori su un aspetto ancora non abbastanza indagato delle variegate espressioni dell’avanguardia italiana più celebre. Se la prima tappa, conclusa il 25 febbraio, recava il sottotitolo Forme dell’avanguardia nei manifesti della Collezione Salce, ora è la volta di Immaginare l’universo con l’arte della pubblicità.

Da quella sterminata miniera che è la Collezione Salce - la più importante e ampia raccolta di manifesti storici in Italia – la curatrice Elisabetta Pasqualin, con la collaborazione di Sabina Collodel, ha estratto una selezione di manifesti che si collocano cronologicamente negli anni che precedono il secondo conflitto mondiale, cioè il periodo che segnò l’apice dello sviluppo del Futurismo. Tra il 1930 e il 1940 la manifestazione più interessante di quest’avanguardia fu l’aeropittura e, grazie alla sua trasposizione grafica, artisti e committenti si ponevano lo scopo di esaltare il volo, le imprese aviatorie – e si pensi solo al volo su Vienna di Gabriele d’Annunzio nel 1918 e ai mitici duelli di Francesco Baracca sui cieli del Montello -, oltre alle vedute dall’alto che ritraevano le trasformazioni del paesaggio agricolo e industriale italiano. 

Gli artisti colsero, nella possibilità di osservare il mondo da una prospettiva aerea, un’occasione straordinaria per rinnovare il proprio repertorio figurativo e diedero così luogo a visioni nuove, vertiginose, senz’altro sorprendenti per quei tempi: spiccò il volo, ad esempio, Fortunato Depero, nato a Rovereto dove Gianni Caproni aveva sviluppato la sua fabbrica di aerei usati dalla Regia Aeronautica italiana durante la Grande Guerra. L’industria che produceva i velivoli, militari e civili, era spesso al centro dei soggetti delle affiches pubblicitarie, come quella dedicata all’esposizione aeronautica italiana realizzata da Carla Albini nel 1934 – unica artista donna presente in mostra – e al tema del volo si dedicarono anche Di Lazzari, Martinati, Garretto. In pieno spirito futurista i manifesti raffiguravano pure il binomio automobile-aereo, con le macchine, le scie variopinte, i circuiti automobilistici e tutti quegli espedienti grafici utili a evocare il dinamismo e la velocità. O ancora i soggetti diventavano i motoscafi sfreccianti sulle acque: li disegnarono Codognato e Riccobaldi Del Bava. Non mancarono le ricerche sulla figura umana: in mostra i lavori di Mancioli e Boccasile che raffigurano le performance sportive di nuotatori, tennisti, rugbisti, mentre Nizzoli inventò l’uomo Fiat ed Enzo Forlivesi, in arte Araca, immaginò un meccanismo antropomorfo per pubblicizzare il materiale tessile Sniafiocco.

Il percorso espositivo consente così di ripercorrere celebri momenti di cronaca, ricordare gli eroi che decollavano su biplani che oggi sembrano decisamente improbabili, seguire la crescita dell’orgoglio nazionale, attentamente catalizzato dalla propaganda del regime fascista. E in questo contesto gli artisti “spirulavano” su città e campagne, allontanandosi dalle cose terrene e rinnovando la visione del mondo.