Art e Dossier

Il libro sulla mostra ispirata a Alessandro Baricco

categoria: Cataloghi e libri

Annalisa Ambrosio, Paolo Di Paolo (a cura di)
The Baricco Book
Electa, Milano 2025
pagg. 224
€ 26

Come si costruisce una mostra dedicata alla storia di uno degli scrittori più celebri della contemporaneità italiana? Quali manufatti, traiettorie di pensiero e attimi di ispirazione deve racchiudere? E quale luogo può accoglierla? Le molte risposte a questi interrogativi compongono lo scheletro di The Baricco Book, il volume recentemente pubblicato da Electa e curato da Annalisa Ambrosio – direttrice didattica di Academy, il corso di laurea triennale in scrittura della Scuola Holden di Torino – e dall’autore di romanzi, saggi e testi teatrali Paolo Di Paolo. Catalogo di una “mostra che non esiste, ma se esistesse si chiamerebbe: Il mondo di Alessandro Baricco”, il libro custodisce il biglietto di accesso al “bel palazzo signorile” veneziano ospite dei novantanove oggetti protagonisti dell’esposizione, suddivisi in undici stanze. Ognuna di esse ha un tema – ClassiciPersonaggi secondariLa terraVelocitàArtigianato, esteticaSguardo e metafisicaMaestri, detrattori, fanHolden Caulfield ribelleWestern e duelliSentimenti e amoreNomi – associato a una lettera dell’alfabeto – dalla A alla M – che aiuta il visitatore a muoversi non soltanto fra le sale dell’edificio, ma anche tra i blocchi narrativi che riempiono di significato la mappa presente all’ingresso (del volume e della mostra). Ciascuna casella della mappa, paragonabile a un foglio di sala, contiene dunque il “titolo” della stanza, la lettera alfabetica di riferimento e l’elenco numerato degli oggetti esposti al suo interno: scorrendo le pagine fino a raggiungere il numero desiderato, l’identità e la vicenda di quello specifico oggetto sono svelate grazie a parole e immagini, nel solco di una didascalia.

“Baricco è un narratore e come tale la sua arte consiste nella creazione di mondo”, – spiega Ambrosio – “il che facilita di molto ai curatori il compito di rappresentarlo. La collezione dei frammenti in mostra, dunque, non ha la pretesa di apparire un’invenzione originale: ci si limita a riverberare lo stile e le forme dei mondi che sono propri del suo soggetto. […] La vita reale dell’autore, poi, si considera soltanto come un fattore marginale per l’esplorazione del suo universo. Ogni tanto se ne fa cenno, ma non è minimamente il cuore del discorso. Se anche non ne sapessimo nulla, anche se non sapessimo che faccia ha, questo non ci impedirebbe di leggerlo e ascoltarlo”. In effetti, questa mostra che non esiste è alla portata di tutti, pure di un pubblico non specializzato nella scrittura di Baricco. Varcando le soglie del piano nobile, dello shop, del toilet, percorrendo il corridoio, raggiungendo il sottotetto, il loggiato, la sala da ballo, il guardaroba, la balaustra, l’ascensore e approdando nella galleria (“uno spazio che un tempo era adibito a pinacoteca del palazzo”), i visitatori si imbattono in fotografierisvolti di copertinadisegniscarpe da ginnasticainsegnepassaportiscreenshotracconti: frammenti, appunto, che parlano dell’esistenza di un autore vero, vivente e dei personaggi che popolano le sue storie, combinando il piano dell’immaginazione e quello della realtà e dando così forma a una narrazione potenzialmente universale. 

In questa “stratificazione di storie”, il visitatore/lettore smette di interrogarsi sul gradiente di realtà e accetta il fatto di essere in un edificio veneziano con la balaustra del terzo piano che “si affaccia direttamente sul mare” e di maneggiare gli snodi di una vita letteraria peculiare e nota – si tratta pur sempre di chi ha firmato romanzi come SetaCastelli di rabbiaCity, e ha fondato la Scuola Holden di Torino ‒, ma esposta – è il caso di dirlo – attraverso gli oggetti che la caratterizzano, come avviene nell’esistenza di chiunque.

Arianna Testino