Art e Dossier

L’arte enigmatica e decadente di Alberto Martini è in mostra a Oderzo

categoria: Mostre
27 ottobre 2024 – 21 marzo 2025

Le storie straordinarie. Alberto Martini ed Edgar Allan Poe

Oderzo
Palazzo Foscolo

L’8 novembre 1954 si spegneva Alberto Martini, straordinario disegnatore e artista simbolista che, pur non essendo oggi molto noto al grande pubblico, ha ispirato tanti altri protagonisti della pittura, del cinema e del fumetto con le sue creazioni visionarie, oniriche e inquietanti. Le celebrazioni organizzate in occasione dei settant’anni dalla morte si pongono quindi l’obiettivo di riaccendere i fari su Alberto Martini, e la prima iniziativa del programma che vedremo compiersi nei prossimi mesi – ad esempio dal 2 ottobre sarà aperta al Castello Sforzesco di Milano la rassegna Alberto Martini: la danza macabra – è rappresentata dalla mostra di Oderzo, città natale dell’artista. Negli ambienti della pinacoteca a lui dedicata si svolge il percorso che porta il titolo Le storie straordinarie. Alberto Martini ed Edgar Allan Poe: il cuore del progetto curato da Paola Bonifacio e Alessandro Botta è, ça va sans dire, un cospicuo nucleo di disegni a china che l’artista realizzò tra il 1905 e 1908 e poi continuativamente fino al 1936 per un sospirato volume illustrato dei racconti fantastici di Poe, che tuttavia Martini non vide mai pubblicato. La fantasia creativa dell’artista riesce a tradurre visivamente i particolari, anche quelli minori e apparentemente irrilevanti, del racconto letterario – e citiamo i celebri La discesa nel MaelstromIl CorvoHop FrogGatto nero –, offrendoci una sorta di continuazione del discorso onirico dello scrittore americano e dando vita a un poema visivo dal fascino non meno vertiginoso. Ad affiancare le opere di Martini sono giunte a Oderzo alcune edizioni pregiate dei racconti di Poe illustrati ad esempio da James Ensor e Édouard Manet e tra le “perle” della mostra non vanno dimenticati alcuni disegni di Gaetano Previati, altro esponente del Divisionismo e del Simbolismo che si è confrontato con le storie di Poe.

L’esposizione tuttavia, con i suoi centoventi pezzi per la gran parte provenienti da collezioni private, non si limita a questa tematica: la prima sezione è dedicata alla formazione di Alberto Martini e alla sua ricerca di uno stile originale, mentre addentrandosi tra le sale di palazzo Foscolo si incontrano tre suoi dipinti – in questo caso si tratta di oli su tela, a dimostrazione che il disegno era il medium privilegiato per l’artista, ma certo non l’unico – che furono esposte nella cosiddetta “Sala del Sogno” ideata da Plinio Novellini ed eseguita da Galileo Chini alla 7. Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia del 1907. DiavolessaNotturno e Nel sogno, racchiusi in splendide cornici dorate decorate a encausto dallo stesso Martini, rappresentano “un trittico estremamente raffinato e cerebrale legato al tema dell’esaltazione della Notte”, spiega Paola Bonifacio, che sottolinea la modernità di un paesaggio che in queste prove pittoriche diviene trasfigurazione dello stato d’animo. L’affondo si concentra poi sull’indagine di Martini attorno all’universo femminile che si manifesta sia con la serie Parabola dei celibi che indaga il tema della femminilità corruttrice, sia attraverso il soggetto delle farfalle, emblema di femminilità sensuale e delicata.

Chiude il percorso una sala dedicata agli autoritratti di Alberto Martini tra cui quello dipinto nel 1954 che è interpretato come una sorta di testamento spirituale di un artista che fu straordinario portavoce delle più oscure urgenze e tensioni esistenziali della prima metà del Novecento. Altri dipinti testimoniano infine l’interesse dell’opitergino verso il Surrealismo, movimento a cui non aderì ufficialmente, ma come risulta immediatamente dall’osservazione dei quadri, recitò senz’altro un ruolo di precursore e di maestro per tanti altri pittori.

Al primo piano del palazzo si possono inoltre visitare alcune sale che raccolgono una selezione dei capolavori di Alberto Martini tratti dalla collezione permanente la quale, una volta terminata la mostra, sarà di nuovo resa fruibile grazie a un progetto allestitivo appositamente studiato.

Marta Santacatterina