Art e Dossier

Le opere di Boucher e Fragonard dialogano ora con la collezione Zani

categoria: Mostre

Boucher e Fragonard. Alla corte del re. Da Palazzo Barberini a Casa Museo Zani

Cellatica (Brescia)
Casa Museo Fondazione Paolo e Carolina Zani

Nelle sale della Casa Museo Fondazione Paolo e Carolina Zani, già ricche di opere, arredi e oggetti d’arte applicata del Barocco e del Rococò veneziano, romano e francese, giunge oggi un ricco corpus di dipinti di François Boucher (Parigi 1703-1770) e del suo allievo più talentuoso, Jean Honoré Fragonard (Grasse 1732 - Parigi 1806). L’operazione è resa possibile grazie a un’inedita collaborazione tra la Casa Museo, diretta da Massimiliano Capella, e le Gallerie Nazionali di Arte Antica, Palazzo Barberini e Galleria Corsini di Roma.

Boucher poté vantare una carriera straordinaria: dal 1765 primo pittore di re Luigi XV di Francia e già vincitore del Prix de Rome nel 1723, fu accademico, professore e direttore dell’Académie Royale de Peinture et de Sculpture. L’artista riuscì inoltre a intrecciare rapporti privilegiati con Madame de Pompadour, la favorita del re a cui dava lezioni di disegno, e con il direttore del Bâtiments du Roi. Il percorso espositivo ha un duplice obiettivo: celebrare i due artisti francesi e mettere in luce la loro abilità non solo come figuristi, ma anche come paesaggisti e interpreti dell’armonia tra figure umane e natura, come del resto prevedevano i dettami del mito di Arcadia, allora decisamente di moda.

Tra le opere più significative, spicca a Cellatica L’Allegoria della Terra, firmato da Boucher nel 1741: la tela ovale porta i visitatori direttamente alla corte di Luigi XV. Faceva infatti parte di un gruppo di quattro pendants dedicati agli elementi naturali acqua, aria, terra e fuoco e che erano destinati a decorare gli interni del castello reale di Choisy; tuttavia negli inventari reali si sono sempre nominati solo l’Allegoria della Terra e l’Allegoria dell’Aria, mentre delle altre due opere si è perduta qualsiasi traccia. A evocare le residenze di corte, in mostra è esposta anche la coppia di Cigni dorati appartenuti a Madame de Pompadour e acquistati da Paolo Zani nel 2002. 

Se il Louvre conserva un dipinto raffigurante la fucina di Vulcano di Boucher – il quale lo ideò per la camera da letto del re a Marly -, in collezione Zani si trova un dipinto ovale con analogo soggetto che, a quanto suggeriscono le più recenti ricerche, l’artista realizzò precedentemente a quello di proprietà francese e che espose nel 1746 al Salon di Parigi. Si tratta del quadro più scenografico e imponente oggi conservato in una collezione italiana.

Da Palazzo Barberini provengono invece La piccola giardinieraIl mattino e La sera che documentano come Boucher cercasse di rendere in pittura l’armonia tra uomo e natura, influenzando anche la pittura olandese. 

A chiusura del percorso di mostra si incontra Annette a vent’anni, capolavoro di Jean Honoré Fragonard, il cui lavoro veniva molto apprezzato sia da Luigi XV sia da Luigi XVI grazie a dipinti dal carattere allegorico e intrisi di riferimenti maliziosi in perfetto stile rococò. La tela è documentata dal 1722 nella collezione di Vassal de Saint Hubert e poi in quella del nipote di Madame du Barry, l’ultima favorita di Luigi XV.

Ecco allora che l’eleganza e la leggerezza delle opere dei due protagonisti dell’arte francese del Settecento possono oggi dialogare con la vastissima raccolta di pezzi sei e settecenteschi collezionata dal lungimirante Paolo Zani.

Marta Santacatterina